Caro Fedez, parlaci dei diritti dei lavoratori e del fatturato di Amazon

Questa storia dei diritti civili, del primo maggio, della polemica tra Fedez e la Rai devo dire che non mi va proprio giù.
Non mi va giù perché il primo maggio è la festa fondamentale di diritti dei lavoratori, quindi dei diritti sociali. Pensare che un testimonial miliardario di una multinazionale come Amazon debba dare lezioni e debba farlo da un palco del sindacato che in questa manifestazione ha avuto tra i principali sponsor Banca Intesa e l’Eni, mi fa pensare. Mi fa molto pensare.
Questo signore poteva raccontarci di una tragedia presente ogni giorno, come gli infortuni – o gli omicidi – sul lavoro. In questa settimana sono stati numerosi, ma la cifra media è di 3,5 al giorno: una strage che continua da anni.

Questo signor Fedez poteva raccontare del milione e mezzo di disoccupati in più che c’è da quando esiste la crisi sanitaria. Poteva raccontare di Amazon, delle multinazionali che a differenza dei nostri commercianti, ristoratori, artigiani e lavoratori dipendenti, non pagano tasse.
Lo abbiamo letto l’altro giorno sul Corriere della Sera: 44 miliardi di fatturato, tasse 0 (Amazon). Forse però questo non poteva dirlo, perché lui è il testimonial.

Poteva raccontare del fatto che c’è la necessità di avere la piena occupazione per superare questa crisi: lavorare meno, lavorare tutti.
Poteva raccontare un sacco di cose, invece ha parlato dei diritti civili: importanti, ma che spesso vengono sostituiti con i diritti sociali. Perché se la vogliamo raccontare tutta i partiti come il PD, cioè quelli che assieme alla destra hanno cancellato i diritti dei lavoratori riportandoci agli inizi del ‘900, non parlano dei diritti sociali. Mai.
Questo perché i diritti del lavoro li hanno distrutti e cercano in qualche modo di “imbellettare” la loro pratica politica parlando dei diritti civili.
Basta, non ci sto. La sinistra non può essere rappresentata da questo tizio che fa la pubblicità per il suo smalto maschile per le unghie. Sono cose che non c’entrano nulla con la sinistra.
Se questa è la sinistra, io non sono di sinistra. Io sono comunista, e questi – i signori delle multinazionali e i loro lacchè – sono il nemico.

3 minuti con Marco Rizzo

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