La bufera Fedez–Rai, di cui si parla ormai da giorni, pare non volersi placare. Le sue dichiarazioni circa un tentativo censura avvenuto prima della sua apparizione sul palco del Concerto del Primo Maggio hanno scatenato il dibattito su ogni canale di informazione. Non solo l’opinione pubblica, ma politici, opinionisti, giornalisti, leader di associazioni e sindacati: il caso Fedez è sulla bocca di tutti.
Tra i tanti argomenti, c’è anche la menzione, all’interno della telefonata tra Fedez e i vertici Rai, di alcuni giornalisti ai quali proprio Fedez si sarebbe rivolto per sottoporre la questione. Tra i nomi compare quello di Peter Gomez che in diretta ai nostri microfoni ha raccontato nello specifico cosa si sono detti.
Con Stefano Molinari e Luigia Luciani, ecco cosa ha raccontato il direttore de Il Fatto Quotidiano in diretta.
Caos Rai
“Come è stato detto in un’intervista, non volevano censurare volevano ‘edulcorare’. A casa nostra si chiama censura. Censura non è solo non dire niente. Però non abbiamo capito come funziona: quel posto è dominato dalla partitocrazia. Si deve arrivare a una Rai in cui i partiti stanno fuori dalla porta. Nei paesi normali non è il Parlamento che vigila sulle televisioni, perché sono i giornalisti che vigilano sul Parlamento. È un’ovvietà. Però sono tutti contenti perché nel momento in cui vanno al governo hanno più spazio rispetto all’opposizione. Ma non verrà mai negato lo spazio a chi sta all’opposizione. È il sistema il punto”.
La telefonata con Fedez
“Alle 11:20 di sera, quando c’era già stata la telefonata con la Rai, Fedez mi manda un messaggio e mi racconta cosa è successo. Mi legge anche il testo che lui aveva già sottoposto alla Rai. Mi ha chiesto se ci fosse qualcosa di diffamatorio o da querela e io ho detto di no, sono tutti fatti, non dici un aggettivo. Lui mi ha detto che stava ancora aspettando e doveva capire bene cosa fare, altrimenti, dice, io salgo leggo la parte su Draghi, poi esco con un cartello con scritto censura e faccio uscire la telefonata. Io ho risposto se ci credi devi dire quello che devi dire. Questa è la storia”.