A cosa servono i vaccini? Ve lo spiego analizzando il caso dell’influenza Spagnola

Qualcuno si chiedeva come fosse finita l’influenza cosiddetta spagnola, quella che nel 1918-1919 colpì tutto il mondo occidentale. Colpì gli Stati Uniti, l’Europa, limitatamente una parte dell’Asia ma non arrivò in Africa, Oceania e Sud America. Quella influenza si arrestò perché si arrivò naturalmente all’immunità di gregge, cioè al fatto che 500 milioni circa di persone furono infettate dal morbo. Morbo che, guarda caso, era nato in maniera zoonotica.

Probabilmente era nato da un uccello selvatico che aveva contaminato dei polli di allevamento, delle anatre, oche o qualcosa di questo genere, addirittura negli Stati Uniti. Questo vicino, o in qualche modo in connessione, con i campi dove si preparavano i militari per arrivare poi in Europa, dopo essere stati traghettati sulle navi, e combattere la guerra. Proprio una di queste navi, delle 8 che partirono a un certo punto nella stagione invernale, fu l’incubatrice di questa influenza.

L’attraversata durava circa 7 giorni e diede modo a quell’influenza di propagarsi. Arrivavano già infetti e cadevano a terra questi soldati ammalati. Questa storia è stata studiata molto bene perché i morti furono circa 50 milioni, cioè rispetto ai contagiati il 10%. In questo caso però la letalità e la mortalità coincidono perché tutti furono infettati. Per questa ragione si parla di immunità di gregge raggiunta.

Ci sono volute 2 ondate, perché durante la stagione estiva le situazioni respiratorie di molti migliorarono, e la letalità rimane al 10% quindi bassa rispetto ad altre pandemie. Proprio da quell’esempio abbiamo visto che tentare l’immunità di gregge per questa via comporta un numero eccessivo e insopportabile di morti. Ecco la ragione per cui si arriva all’immunità di gregge vaccinale, come si sta facendo in tanti paesi compreso il nostro con l’utilizzo dei vaccini.

Dunque i vaccini a cosa servono? A diminuire il numero dei morti che normalmente avresti avuto se non li avessi utilizzati. La storia è un’ottima maestra di vita, a saperla leggere. Purtroppo non ha sempre tanti alunni.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi