Addio a Giampiero Boniperti. Se ne va, a 92 anni, il ‘Sire di Barengo‘. Bandiera da calciatore e da dirigente nella sua amata Juventus. Una vita in bianconero, condita da una miriade di successi e trionfi. Ci ha lasciato per una insufficienza cardiaca.
Cervello del centrocampo bianconero dal 1947 al 1960. Una volta appesi gli scarpini al chiodo ha optato per la carriera dietro la scrivania. Emblema inimitabile del vero stile Juventus, in tutto e per tutto. Braccio destro fidato dell’Avvocato Agnelli. Insomma, una figura illustre di un calcio ormai lontano.
Questo il toccante ricordo delle nostre Teste di calcio
Franco Melli
Boniperti ha rappresentato il calcio più bello della mia giovinezza. Riusciva a coagulare eleganza, stile, praticità e duttilità. E’ partito centravanti per finire come mediano-suggeritore alle spalle di Charles e Sivori. Grande giocatore, in un certo periodo anche il più grande del calcio italiano. Incredibilmente poi è nata la storia del dirigente. Io non so dire se è stato più il bravo il Presidente della Juventus o il calciatore. Dietro la scrivania ha avuto capacità intuitive che lo hanno reso indimenticabile.
Furio Focolari
Ho avuto l’onore immenso di aver avuto un periodo in cui ero nelle grazie di Boniperti, condividendo diversi viaggi con lui. Ho conosciuto un uomo che non pensavo fosse. Questo perché tutti lo descrivono come difficile da gestire per i giornalisti. Con me si comportò in maniera incredibile. Tra l’altro mi diceva sempre che i suoi figli vedevano sempre le mie telecronache di sci con Tomba. Per cui ho scoperto un suo lato che non pensavo e conoscevo. Un uomo affabile e straordinario. Resterà indelebile la sua frase: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”.
Alessandro Vocalelli
Boniperti calciatore non l’ho mai visto e non lo ricordo. L’ho conosciuto come dirigente. Credo che, pur essendo stato un giocatore straordinario, come dirigente lo è stato ancora di più. La competenza e l’eleganza di Boniperti nel prendere decisioni e difendere i propri colori, erano dei marchi di fabbrica. Una volta, in occasione di un compleanno, chiesi di fare un’intervista per il Corriere dello Sport. Lui inizialmente rifiutò, ma la cosa più importante è che mi chiamò personalmente quasi per scusarsi rinviando l’intervista successivamente.
Luigi Ferrajolo
Per me è stato davvero un dolore. A Boniperti è legato tutto il mio rapporto con il calcio e con la mia professione. La prima partita di Serie A che ho visto, avrò avuto 9-10 anni, fu un Bari-Juventus con mio zio. Era la Juventus di Boniperti, Charles e Sivori. I bianconeri vinsero 1-0 con un suo gol. Lui fece una furbata. Punizione a due, il Bari inizia a posizionare la barriera, e lui con un calcetto segna la rete decisiva. Tanto è vero che, ogni volta che ci ritrovavamo, io gli dicevo: ‘Da lì ho capito che eri uno furbo’. Da calciatore era molto elegante, ma al tempo stesso tosto. Era il cervello di quella squadra. Però, onestamente, dico che è stato molto più grande come dirigente dopo l’Avvocato.