Gli italiani si sentono liberi, il sistema dominante ha raggiunto il suo obiettivo utilizzando l’infallibile metodo della finestra di Overton: prima ci hanno tolto ogni libertà, poi ce ne hanno concessa qualcuna facendo in modo che scambiassimo per normalità la anormalità che stiamo vivendo.
Resta l’obbligo delle mascherine, resta il coprifuoco. Nei ricevimenti si accede solo con green pass o con la prova del tampone negativo, e si può ballare solo all’esterno a un metro e mezzo di distanza. Le discoteche? Aperte con divieto di ballo, mentre i ristoranti sono aperti anche al chiuso ma con numero massimo obbligatorio di persone allo stesso tavolo. I voli sono aperti, ma prima di viaggiare bisogna leggere le misure imposte paese per paese.
Gli impianti sportivi hanno capienza ridotta, così come i bar. Eppure per gli italiani è quasi tutto finito.
Anzi, la maggior parte di loro si vaccina anche se sono scettici; anche se sono molto giovani e il vaccino potrebbe essere solo dannoso per loro. Tutto “purché si torni liberi“, dicono.
La verità è esattamente al contrario. Non stiamo tornando alla normalità: ne stiamo accettando una alternativa.
La gente non si sta vaccinando per tornare libera, sta accettando che diventi obbligatorio un trattamento sanitario in fase sperimentale. Sta rinunciando anche alla sovranità del proprio corpo, alla libertà di scegliere come disporne.
Questa la negazione della libertà.
Quando prima incontravi gli amici per strada ti chiedevano che intenzioni avessi per la pausa estiva. Oggi la prima cosa che ti chiedono è: “Sei vaccinato?“, “quale vaccino hai fatto?“, “quante dosi hai fatto?“.
Parlano di libertà eppure oggi non si è neanche più liberi di parlare, di esprimere la propria opinione; anche se sei un premio Nobel per la medicina e vuoi dare il tuo parere scientifico: se è diverso da quello imposto dal pensiero unico vieni censurato, i tuoi video vengono cancellati. Scrivi la parola “vaccino” su un social per confrontarti con altri? Il post viene rimosso e il tuo account segnalato.
Impongono un pensiero unico contro cui nessuno può andare, come non è mai accaduto prima. Continuano ad imporre misure che limitano non solo la parola e l’espressione, ma anche gli spostamenti. Ti obbligano a trattamenti contro la tua volontà e la gente non fa altro che esclamare “che bello, sta tornando la libertà!“.
Ma la cosa triste è che questo modo di pensare non riguarda solo i più anziani, o potremmo capirli, ma riguardano i ragazzi, uomini di 30-40 anni, quelli che dovrebbero cercare, incuriosirsi, porsi domande, dubbi.
Quella stessa generazione che dovrebbe pretendere che se anche c’è una verità che a loro non piace, si faccia di tutto per far sì che l’altro possa esprimerla.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo