Le minacce del futuro rappresentate in un cult del passato. Perché nulla esercita paura e insieme fascino sull’immaginario collettivo come l’ignoto, il progresso, il futuro. Di certo Terminator, pellicola diretta da James Cameron nel 1984, è una più che fantasiosa immaginazione di come evolverà il rapporto uomo-macchina, reso impossibile e a tratti horror nell’interpretazione di Arnold Schwarzenegger nei panni della macchina assassina fornita di un potente endoscheletro metallico e uno strato esterno di tessuto vivente che lo fa mimetizzare tra gli esseri umani. L’evoluzione del progresso tecnologico ha in realtà radici più antiche di quanto pensiamo; ne vediamo un’idea già dettagliata nelle tre leggi della robotica di Isaac Asimov, padre dell’immaginario fantascientifico e ispiratore di diversi film che mandano avanti l’orologio fino ad epoche in cui esseri umani e macchine giungono alla resa dei conti.
Terminator non è ovviamente da elevare a film profetico: l’analisi che ne facciamo insieme a Sandro Torella è puramente artistica e critica nei confronti di un’opera che vede mescolarsi diversi stili cinematografici: dall’horror allo splatter, dalla fantascienza all’azione passando per il thriller. Il risultato è una resa senza eguali sul grande schermo delle paure più intrinseche dell’uomo nei confronti del progresso.
In casa Juve, oltre all'attualità del campo, tiene banco la situazione contrattuale del gioiello turco:…
Secondo il rapporto Panorama delle pensioni 2025 dell'Ocse, l'età normale per smettere di lavorare è…
Novità importante su Michael Schumacher, l'ex storico pilota Ferrari che si è ritirato a vita…
In occasione della tradizionale cena di Natale organizzata dalla Lazio, alla presenza di tutti i…
“I morti non torneranno, gli errori non si sanano”. A parlare è Maria Rita Gismondo,…
Sabato prossimo questo calciatore non sarà presente al 100% per il big match dell'Allianz Stadium…