Michael ha una famiglia nella norma e una vita del tutto serena. Il padre John lavora in una fabbrica che non passa il suo miglior momento, ma nonostante ciò la sua vita e quella della sua famiglia proseguono in serenità.
Finché un giorno, durante un match di baseball, un’insufficienza cardiaca prende il bambino alla sprovvista: sarebbero necessarie cure troppo esose per il portafoglio del papà – che credeva di essere coperto da assicurazione – perciò i medici arrivano perfino a proporre ai genitori di Michael di lasciar spegnere il piccolo.
John però non contempla neppure di lasciar andare suo figlio per problemi finanziari: il resto del film si districherà tra le sue lotte con i medici perché si fidino del suo impegno a pagare le cure e i tentativi disperati di tenere in vita Michael, arrivando perfino ad offrire il suo stesso cuore per il trapianto.
Una pellicola tanto toccante quanto cruenta, che rivela il modo patologico in cui nella società moderna i soldi possono arrivare ad essere reputati più importanti della vita stessa.
Questa, secondo l’attore Sandro Torella, la morale di “John Q”, diretto da Nick Cassavetes e interpretato magistralmente da Denzel Washington (nei panni di John). Una morale che fatica a trovare casse di risonanza potenti, visto che nonostante i quasi 20 anni d’età del film, la lezione resta più attuale che mai. Vero, Stati Uniti d’America?