Da un anno a questa parte la catechesi globalista politicamente corretta ed eticamente corrotta prevede come obbligo morale l’inginocchiamento a comando in nome della lotta contro il razzismo. Abbiamo visto inginocchiarsi senza dignità e con sciocca ipocrisia squadre di calcio e conduttori televisivi, uniti dal rispetto del voto del sacro culto del nuovo ordine mentale. Non sfugga l’ennesima scena di subalternità europea rispetto alla civiltà del dollaro: hanno importato un topos statunitense nato in un contesto ben diverso da quello europeo nel quale l’emergenza del razzismo è ancora assai presente.
Inginocchiarsi ritualmente non cambia nulla e anzi può servire a pulire le coscienze senza realmente mutare lo stato di cose di una società infettata da contraddizioni che tutte mettono capo alla contraddizione classista. La lotta contro il razzismo dovrebbe essere anzitutto lotta contro il classismo capitalistico del quale il razzismo è una estrinsecazione specifica, ma dato che la società odierna non può lottare contro il suo classismo fondativo, ecco che allora finge di combattere il razzismo con inginocchiamenti patetici, superficiali e puramente coreografici.
Dirò una cosa ovvia: il razzismo si combatte stando in piedi e con la schiena ben dritta. Chi si inginocchia come un servo non merita la libertà ed è solo il suddito ideale senza dignità e senza orgoglio. Voglio affermarlo apertamente: stanno solo cercando di diffondere e universalizzare la nuova postura ideale dello schiavo del nuovo millennio, in mascherina e inginocchiato.
Davvero non capite che ci troviamo nel bel mezzo del laboratorio nel quale si preparano i nuovi assetti del mondo totalmente sussunto sotto il capitale? Davvero non volete capire che i patetici inginocchiamenti non c’entrano nulla con la lotta contro il razzismo? Smettete di inginocchiarvi come servi senza dignità, alzatevi in piedi e combattete con dedizione e con orgoglio.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro