“Siamo ai quarti. Si va a Monaco. Non è tutto ma è già molto. Sta a vedere che.”
Meglio così. Sofferta, anche fortunata ma infine vinta. Dopo due ore di calcio, prima senza gol poi con i fuochi d’artificio dei supplementari. Vinta dalla squadra, vinta dalla panchina, vinta da Chiesa e Pessina mandati in campo per uscire dalla nebbia nella quale c’eravamo smarriti, presi anche dalla paura e dall’ansia, perché gli austriaci correvano dovunque e picchiavano il giusto, e il gruppo azzurro, dopo un primo tempo dignitoso, si era innervosito: Barella fra tutti, preso da furore secondo abitudini trasmesse dal suo allenatore Conte ma che a livello internazionale non paga, anzi porta problemi..
Mancini ha aspettato troppo a cambiare gli uomini, l’Austria è stata pericolosa e il Var ci ha salvati su un gol di Arnautovic con la complicità di una gaffe Donnarumma, ripresa modesta dei nostri, confusi negli uomini che avrebbero dovuto dare lucidità ed estro, dunque Verratti e Berardi. Chiesa ha cambiato il risultato, un gol splendido di tigna tipico del ragazzo che merita ben altro di un posto all’ombra, poi Pessina ha aggiunto aria bergamasca a un campionato europeo che si porta appresso prodotti made in Atalanta in ogni partita. Vittoria da supplementare che significa carattere e gamba. Memorabile la serata di Spinazzola, eccellente Di Lorenzo, perfido Chiesa, il resto ha macinato football, non benissimo Immobile a parte il palo esterno, Belotti a far la guerra, Insigne a faticare, finale di quelli dei bei tempi.
Siamo ai quarti. Si va a Monaco. Non è tutto ma è già molto. Sta a vedere che.
Post scriptum: dopo aver ascoltato la telecronaca di Caressa penso che siamo già campioni d’Europa e forse del mondo. Dell’universo l’anno prossimo.
Tony Damascelli