5G e inquinamento elettromagnetico: una battaglia da affrontare con competenza senza facili ideologismi. Una questione già affrontata ma meritevole di approfondimento, dati vincoli legislativi e modus operandi cauto nel non fare facili (e perdenti) battaglie. Così la guerra sulla soglia dell’inquinamento elettromagnetico – oggi posta per legge a 6 V/m – collegata al 5G non ha fondamento. È fondamentale smontare false credenze e affrontare la questione conoscendo le evidenze scientifiche.
Sulla questione è tornato Fabio Duranti, in diretta con Francesco Vergovich a Un Giorno Speciale che, come già spiegato la scorsa settimana, ricorda come eccedere in fanatismi in questa materia è facile, ma senza competenze specifiche si rischia di fare gravi errori.
Ecco il suo intervento in diretta.
“In Italia c’è una legge che dice che l’inquinamento elettromagnetico non può superare i 6 V/m. Che l’inquinamento elettromagnetico abbia un ruolo nei sistemi biologici è abbastanza chiaro, lo è meno il ruolo rispetto alla frequenza. I campi elettromagnetici non sono tutti uguali: quello dell’energia elettrica, intorno ai 50 Hz, è provato scientificamente. Sulle onde ad alta frequenza ci sono tanti studi ma molto discordanti tra loro.
Badate bene: mi rivolgo a coloro che faranno le battaglie 5G basate sull’aumento del campo elettromagnetico – che dovrà essere ridiscusso altrimenti il 5G non parte – che dicono ‘mi imputo sulle questione 5G così non faccio alzare la soglia e quindi i ripetitori non possono essere installati’. Qui perderete, perché se avessimo messo una soglia di 20 per esempio, oggi sarebbe stato più complesso farli salire, ma la soglia di oggi, dei 6 V/m, è una scemenza senza alcun fondamento scientifico.
Il 5G è invasivo non solo nei nostri corpi ma ci cambierà la vita. La nostra privacy sarà distrutta, sapranno ogni passo che facciamo. Il 5G è certamente da osteggiare, ma se lo facciamo basandoci su una questione che verrà poi bocciata dalla scienza e dai tribunali, allora il 5G sarà realtà. È molto capillare la diffusione, per funzionare deve avere la stazione ripetitrice molto vicina. Sono frequenze che fanno poca strada, ed essendoci molti utenti contemporaneamente vanno messe molte cellule a distanza ravvicinata. Si stanno riducendo i raggi in modo tale che molte più persone con più dispositivi possono connettersi. Questo aumenterà la risoluzione dello spazio dove sei e sapranno il centimetro dove sei. Sarai telecomandato a distanza dai big data. Questa è la battaglia da fare, non sui campi elettromagnetici”.