I politici al tempo del capitalismo assoluto e totalitario divengono semplici passacarte del blocco oligarchico neoliberale, finanziario e multinazionale. Inscenando un’alternanza senza alternativa, i politici così definiti impongono ai Governi nazionali le decisioni prese sul piano globale dai consigli di amministrazione e dai fondi monetari.
Chiede di essere letta secondo questa chiave ermeneutica la notizia in coerenza della quale i colossi apolidi e multinazionali del capitale dovrebbero prossimamente pagare il 15% di tasse. Non deve destare meraviglia che questa oscenità venga presentata come un trionfo epocale. Si presenta come trionfo il fatto che i colossi sans frontiers paghino ora la tasse. E si finge di non vedere che si tratta di un provvedimento semplicemente vergognoso. Soprattutto se si considera che i piccoli produttori, gli artigiani, i commercianti locali e le classi lavoratrici pagano intorno al 50% di tasse (quando va bene). Come si fa davvero a ingannare in modo tanto deplorevole e sfacciato le classi dominate?
In un mondo che non fosse quello rovesciato in cui ci tocca nostro malgrado di abitare, la tassazione dovrebbe essere rigorosamente progressiva. Dunque tale per cui i lavoratori e i piccoli produttori pagano assai meno in percentuale rispetto ai giganti aventi fatturati con un’infinita sequenza di zeri dopo la virgola. E invece no: nel mondo reale accade esattamente l’opposto. Di più, viene presentata come l’apoteosi della giustizia in terra, come un risultato storico. Si finge di non vedere che è un risultato che va tutto a beneficio dei soliti gruppi dominanti.
A dover destare sbigottimento è la resa colma di gratitudine dei quei gruppi dominati che a rigore tutte le ragioni avrebbero per insorgere, per opporsi a un modo della produzione che si fa ogni giorno più osceno, ogni giorno più iniquo.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro