Emblema della gran parte dei ristoratori italiani, Chef Vissani si guarda intorno e si pone tante domande. Ristoranti chiusi per mesi, misure di contenimento rigidissime che penalizzano alcuni e avvantaggiano altri, attese lunghissime per capire cosa si potrà fare… E a fronte di tutti i sacrifici di imprenditori e lavoratori italiani, 30 mila persone festeggiano lo scudetto dell’Inter in piazza e sul piano epidemiologico non succede nulla.
Da poco, finalmente, è scattata la disposizione per cui nei locali e nei ristoranti si potrà consumare anche all’interno e non soltanto negli spazi aperti, a patto però che a tavola si siedano non più di 4 persone. Una misura, anche questa, che se paragonata alle immagini diffuse sul Generale Figliuolo che prende parte a un buffet in ospedale risulta davvero poco digeribile.
“Ho riaperto giovedì, gradualmente – spiega Vissani ai nostri microfoni – ora si può mangiare anche dentro… ma con tutta la difficoltà del caso. Poi ci mancava ieri Roberto Speranza che dice che a tavola non possono stare più di 4 persone. Ma io dico, oggi al Governo tecnico quanti sono? Sono 4? Io voglio vedere alla Festa della Repubblica quante persone erano! Il Presidente e il Presidente del Consiglio scommetto… E noi chi siamo?”
Polemico, diretto, efficace: Gianfranco Vissani è stufo della situazione che anche ad aperture ristabilite soffoca comunque la categoria dei ristoratori. “A Roma, Milano, Firenze e Bologna tutti quelli che hanno il dehor sai che facevano? Avevano dei finestroni, lasciavano aperto e mangiavano dentro. Per mezza finestra aperta! Ma è una presa per il c*** o no?”
Ne ha parlato a ‘Un giorno speciale’ insieme a Francesco Vergovich e allo scrittore Fulvio Abbate. Ecco cosa è venuto fuori dalla loro chiacchierata in diretta.