L’ho detto e lo ridico, anche a costo di apparire ridondante. Nel tempo della menzogna universale, ribadire il vero resta il gesto rivoluzionario par excellence, la base di ogni vera rivoluzione trasformatrice. Se la vera ratio del DDL Zan fosse la lotta contro la discriminazione, allora esso sarebbe giusto ma anche accessorio, perché tutto è già previsto nella legge italiana così com’è. Non è forse vero che ogni discriminazione è già punita secondo la legge italiana e secondo il dettato della Costituzione?
La verità, non detta perché indicibile, è che il DLL Zan mira a ben altro. Mira a combattere come discriminazione tutto ciò che non rientri nel nuovo ordine mentale eroticamente corretto. Quello che ha per obiettivo la distruzione della famiglia naturale in funzione della atomizzazione della società.
Insomma, il DDL Zan chiama con il nobile nome di “lotta contro le discriminazioni” la lotta contro un altro fortilizio resistenziale – vale a dire la famiglia – che si oppone con forza all’economicizzazione integrale del mondo della vita. Il capitalismo assoluto-totalitario è quello in cui non vi sono più enti comunitari o, direbbe Hegel, “radici etiche”, dalla famiglia alla scuola pubblica, dal sindacato allo Stato sovrano: v’è, invece, solo un piano liscio senza confini dove tutto e tutti, ridotti al rango di merci, si muovono onnidirezionalmente in funzione della logica illogica della valorizzazione del valore. Per questo motivo, il capitale, per affermarsi in forma assoluta, deve “deeticizzare” il mondo della vita, cioè distruggere ogni legame comunitario solido e solidale. A partire dalla famiglia, che non per caso Aristotele concepiva come cellula fondativa di ogni altra comunità possibile.
Come ho cercato di dimostrare nel mio libro “Il nuovo ordine erotico. Elogio dell’amore e della famiglia”, è già da tempo in atto una vile aggressione ai danni della famiglia naturale come cellula originaria di ogni comunità. Dietro l’arcobaleno, si nasconde il grigio del nichilismo dei mercati. In particolare, la famiglia risulta incompatibile con il capitalismo assoluto-totalitario per due motivi.
In primo luogo perché è la prova – Aristotele docet – che l’uomo è un animale comunitario, che nasce già all’interno di una microcomunità originaria, con buona pace dell’antropologia liberista degli atomi che si scambiano merci rimanendo isolati.
In secondo luogo la famiglia è incompatibile con l’ordine neoliberale del capitalismo assoluto perché è la prova che esistono relazioni altruistiche inassimilabili all’algida logica dello scambio mercantile, relazioni basate sull’amore e sul senso di appartenenza.
Diciamolo allora apertamente: finché vi è famiglia vi è resistenza al fanatismo economico. E finché vi è resistenza, vi sono speranza in ulteriorità nobilitanti e desideri di migliori libertà. Il vero, nel mondo falso, sta nella sua confutazione e nella lotta tesa a superarlo.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro