Leggo che l’accesso al pronto soccorso è già, in più ospedali, riservato ai muniti della infame tessera verde. Mi sia allora consentita una pacata riflessione. Se – domando – per entrare al pronto soccorso occorre la tessera verde e tu hai urgente bisogno di essere curato e di accedere al pronto soccorso ma ne sei sprovvisto, che succede? Sembrerebbe profilarsi il paradosso dei paradossi (e se, come spero, sbaglio, non vedo l’ora di essere smentito): in nome della salute, ti trovi privato del diritto a essere curato? Se – ex hypothesi – hai un infarto ma non hai la tessera verde, vieni lasciato fuori – domando – dal pronto soccorso perché occorre garantire la protezione rispetto al nemico invisibile, che comunque sappiamo diffondersi anche se si è benedetti dal sempre laudando siero?
Le mie, ripeto, sono pacate considerazioni socratiche, che more solito spero possano alimentare un pacifico e garbato dibattito aperto e senza dogmi. E a tal riguardo vogliono aprire un altro fronte di discussione. Gli stessi che vi chiedono di essere responsabili e di accettare le più surreali norme emergenziali del Leviatano tecno-sanitario sono quelli che, in tempi di lockdown, giudicavano “inessenziali” le vostre attività e il vostro lavoro. Sono cioè quelli che vi condannavano alla miseria e all’assenza di ogni supporto. Non cadete nel tranello: i pretoriani del neoliberismo sans frontières lottano contro ogni forma di solidarietà e di responsabilità, tanto più fortemente quanto più le invocano e le celebrano a parole. Tra i loro obiettivi inconfessabili vi è l’annientamento di ogni legame sociale, la distruzione della comunità e la produzione di una lotta di tutti contro tutti che rispecchi le logiche illogiche del mercato.
Negozianti e ristoratori peraltro pensano che la tessera verde sia stata ideata per permettere loro di tornare a lavorare. Non sempre capiscono, purtroppo, che è stata fatta invece per portarli alla rovina definitiva: se fanno rispettare l’abominevole discriminazione prevista dalla tessera verde, in molti casi falliscono per assenza o presenza limitata di clienti; se non la fanno rispettare, in molti casi falliscono per chiusura e multe previste dal nuovo Leviatano tecno-sanitario. Procede dunque con successo e – è il caso di dire – a pieno regime l’opera preordinata di ilottizzazione della società e di annientamento dei ceti medi e delle classi lavoratrici a beneficio dei cinici apolidi del capitale senza frontiere.
Anche questo rientra sotto il segno del Grande Reset. Nei locali si possono sedere soltanto i tesserati perché benedetti dal sempre laudando siero, eppure l’anno scorso nel bel mezzo dell’emergenza tutti dovevano consumare nei locali stando seduti ed era invece vietato consumare stando in piedi.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro