La rivolta del popolo contro l’infame tessera verde: unico modo per resistere al potere dominante

Ebbene sì, come tutti sanno si sta già parlando ancora una volta di una proroga, in questo caso non tanto della proroga dello stato di emergenza, che ormai è a tutti gli effetti la nuova stabile condizione di normalità. In questo caso si parla, ne parlano tutti i giornali, della proroga dell’infame tessera verde della discriminazione a norma di legge e del partito del Grande Reset. Se volessimo commentarla con una nota locuzione latina dovremmo dire Quod erat demonstrandum, come volevasi dimostrare. Ebbene sì, è stato sempre il ministro dal sempre lucido e pensoso sguardo, Roberto Speranza, a segnalare, secondo quando riportato ad esempio da Tgcom24, la possibilità niente affatto remota di una proroga dell‘infame tessera verde dell’apartheid terapeutico. Si badi come più volte ho avuto modo di evidenziare l’infame tessera verde non è una scocciatura temporanea, non è una noia passeggera, al contrario la tessera verde della discriminazione è a tutti gli effetti la tessera del suddito dell’avvenire, il suo marchio distintivo.

Il suddito dell’avvenire è controllato bio-politicamente senza tregua ed è benedetto a cadenza regolare con il siero sempre laudando in saecula saeculorum, questa l’essenza del nuovo processo di soggezione e soggettivazione per dirla con le grammatiche di Foucault. Benvenuti dunque nel nuovo impero del leviatano tecno-sanitario. Esso è incardinato su lockdown a yo-yo, sul controllo bio-politico totale sopra e sotto la pelle, sull’unione simbiotica di distanziamento sociale e di tecnologia digitale, dulcis in fondo, sullo strapotere dei gruppi dominanti del blocco oligarchico neoliberale. Rispetto all’incubo del nuovo capitalismo terapeutico, che è poi il sogno del potere delle classi dominanti, vi è un’unica possibilità di resistenza, tale possibilità coincide con la capacità di organizzazione e ribellione delle classi nazionali popolari.

Solo qui è da ravvisarsi il possibile freno e il possibile ostacolo rispetto al delirante progetto di dominio che va sotto il nome di Grande Reset e corrisponde ad una fase ancora più radicale di sviluppo del capitalismo ovunque imperante. Dunque soltanto dalla capacità delle classi dominate di coordinarsi, di organizzarsi, di costituire un blocco sociale politico coeso e in rivolta contro il nuovo leviatano tecno-sanitario che dipende la capacità di rovesciare i rapporti dominanti, la capacità dunque di invertire la tendenza egemonica, di mutare la rotta. Ebbene questa capacità sembra almeno per ora paralizzata per più motivi, intanto per via della potenza della narrazione egemonica, gestita dai nuovi sofisti, dagli amministratori del consenso, che svolgono la parte di coloro i qual che nell’antro platonico si adoperino affinché i cavernicoli lungi dal convertirsi e dal muoversi verso l’esodo dalla caverna, amino le proprie catene e siano financo disposti a battersi in loro nome. In secondo luogo a rendere ardua per ora l’opera di rivoluzione, di contestazione e disobbedienza rispetto al sempre più disumano ordine delle cose, vi è la nuova strutturazione della società del distanziamento sociale.

Questa è costituita ad hoc per rendere impossibile ogni unione delle teste pensanti e dei corpi sofferenti, per questo bisogna contestare radicalmente la nuova società del distanziamento sociale. Trionfa sul tutto il giro di orizzonte per ora la secessione dell’élite e la loro rivoluzione passiva, quest’ultima è basata sull’odio di classe discensivo verso le nuove plebi trattate a mo’ di untori senza anima e verso gli sconfitti della globalizzazione, questi ultimi sono appunti considerati e trattati alla stregua di una pericolosa massa di untori che devono essere tenuti a distanza di sicurezza. Insomma come non mi stanco di dire l’emergenza epidemiologica è servita serve e servirà ancora a lungo ai gruppi dominanti per rinsaldare il dominio, per rinsaldare il rapporto di forza egemonica.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro