Ita, stipendi dimezzati e caos marchio ▷ Masucci (Fit Cisl): “Stiamo rinunciando ad un asset strategico, chiediamo l’intervento del Premier”

Stipendi dimezzati, licenziamenti per oltre 7000 persone, una flotta di soli 52 aerei. Sono solo tanti dei problemi che porterà con sé l’alternarsi di Ita con Alitalia. La nuova compagnia aerea, che prenderà il posto della vecchia Alitalia, è finita al centro delle polemiche dei lavoratori – che nelle scorse settimane sono scesi in piazza per difendere il loro lavoro – ma anche dei sindacati stessi.

I lavoratori di Ita andranno a percepire degli stipendi che saranno circa la metà di quelli che erogava Alitalia. Secondo le stime dei sindacati, un comandante di Ita con un’attività media di 60 ore volo mensili prenderà un salario di 6.217 euro lordi mensili, rispetto ai 12.534 euro di un comandante Alitalia. Un pilota, allo stesso modo con un’attività media di 60 ore, percepirà 3.598 euro lordi: con Alitalia lo stipendio era di 8.027 euro.

Un altro problema non da poco riguarda il marchio. Quello di Alitalia è stato messo in vendita: la base d’asta è di 290 milioni. Una cifra molto alta che probabilmente impedirà ad Ita di acquistarlo: il presidente della nuova compagnia ha definito “irrealistico” il prezzo.
Marino Masucci, Segretario generale presso Fit Cisl Lazio, ne ha parlato a “Lavori In Corso”.

Marchio

“Alitalia era una grande compagnia aerea che portava i colori dell’Italia in tutto il mondo: il logo dovremmo ripagarlo come nuova compagnia e ci chiedono 290 milioni. Il marchio deve essere ricomprato dalla nuova società. Noi che eravamo i proprietari dobbiamo ricomprarlo: è una situazione paradossale. L’Europa vuole la netta discontinuità tra la precedente Alitalia e la nuova e tra questa c’è anche il marchio. Ma nessuno ci spiega questa discontinuità con delle norme precise: non c’è una norma vera e propria ma l’Europa ci sanziona. Nessuno ci sa dire dove sta scritto questo. Nessun Trattato europeo parla di questa discontinuità”.

Lavoratori

I lavoratori di queste compagnie guadagnerebbero meno di tutte le altre compagnie, persino quelle low cost e quella italiana delle Poste Italiane. Che prospettiva può avere una compagnia del genere? La nuova compagnia, secondo il piano industriale di Ita che aspettiamo da tempo di vedere, prevede 2800 dipendenti. C’è un saldo negativo di 7000 dipendenti: è una tragedia. Siamo preoccupati come sindacato. Stiamo suicidando il trasporto aereo italiano: avranno solo 52 aerei. L’Italia sta praticamente decidendo di suicidare il trasporto aereo. Tra l’altro i 52 aerei sarebbero di fatto destinati ad un traffico domestico di medio raggio dove c’è la concorrenza delle low cost”.

Asset strategico

Come organizzazione sindacale abbiamo chiesto l’intervento del Presidente del Consiglio. Stiamo rinunciando ad un settore strategico. Tutti i Paesi industrializzati hanno una compagnia di bandiera. Come sindacato la prima cosa che chiediamo è la continuità occupazionale, la conservazione del trattamento retributivo. Io sono preoccupato anche come cittadino italiano. Con 52 aeromobili non si terrà in piedi. Come Paese stiamo rinunciando ad un asset strategico”.