Dal 15 ottobre l’Italia sarà il primo paese europeo con l’obbligo di Green pass sul lavoro. La violazione sarà punita con multe da 400 a 1000 euro che possono aumentare in caso di contraffazione del documento. È quanto apprendiamo dal Corriere della Sera, anzi dal Corriere del Siero come ormai sarebbe opportuno ribattezzarlo. Il Corriere del Siero ci informa con puntualità e precisione che dal 15 ottobre del 2021 l’Italia sarà appunto il primo paese d’Europa ad introdurre l’obbligo dell’infame tessera verde della discriminazione a norma di legge anche sui posti del lavoro. Per gli autoproclamati, in stile orwelliano, professionisti dell’informazione si tratta di una medaglia da esporre al petto con onore. Quasi che l’Italia figurasse come il paese all’avanguardia, quello che indica all’Europa tutta la via verso il progresso de claritate in claritatem. Non ci stupiamo invero della notizia e non ce ne stupiamo ragionando sul fatto che in Europa tutto partì dall’Italia nel febbraio del 2020.
L’Italia fu in piena regola il paese apripista del nuovo ordine terapeuticamente corretto del capitalismo sanitario o leviatano tecno-sanitario che dir si voglia. Tutto partì in Italia e l’Italia fu da subito il paese pilota della riorganizzazione tellurica planetaria del modo capitalistico della produzione che si avviava a riformarsi in senso verticistico autoritario utilizzando l’emergenza epidemiologica infinita come fondamentum di una nuova razionalità centrata sulla sottrazione costante di diritti e libertà, spiegata e giustificata come funzionale al contenimento dell’emergenza. Nulla vi è di strano se il nostro stato nazionale, miserabile sotto più profili per la gestione che viene fatta di questa emergenza, continui ad essere l’avamposto della riorganizzazione globale del nuovo ordine del capitalismo terapeutico. Ecco dunque che si stanno avverando tutte, ancora una volta, le nostre più fosche profezie circa l’andamento planetario del modo della produzione.
L’infame tessera verde non è affatto un incidente di percorso, una scocciatura momentanea che presto sarà superata in nome di un ritorno più meno rapido alla normalità pre-pandemica. Al contrario l’infame tessera verde costituisce a tutti gli effetti il lasciapassare del leviatano tecno-sanitario nei cui spazi blindati i sudditi dovranno esibire la tessera verde aggiornata in una sorta di upgrade continuo, quasi fossimo delle macchine, mediante il quale dimostrare che ci siamo aggiornati, che abbiamo subito tutte le nuove benedizioni di massa con il siero sempre laudando che verranno imposte in nome di quell’aggiornamento costante che ho sintetizzato nella formula “La salvezza è sempre una dose più in là”. L’infame tessera verde non serve soltanto a discriminare quanti ancora non abbiano giurato fedeltà al nuovo leviatano tecno-sanitario, oltre a ciò essa serve anche a trasformare chi si doti della tessera verde nel nuovo suddito ideale del regime del totalitarismo terapeutico, ove tutti debbono diventare sudditi bio-politicamente controllati, tracciati sempre e comunque, con aggiornamenti periodici ininterrotti di vaccinazioni e di ulteriori richieste del sistema neo-totalitario che in nome della protezione della salute ci sta controllando e tracciando in maniera sempre più invasiva.
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