Vi riporto un pezzo pubblicato da Mario Giordano sul quotidiano “La Verità“. Lo faccio perché mi sembra una lettera carica di buonsenso, che vorrei arrivasse a più persone possibili.
Scrive Giordano:
“Se chi osa avere dubbi sui vaccini o sul passaporto verde viene accusato di violenze, mi dichiaro colpevole. Confesso di non credere che le iniezioni fermino il contagio e che il lasciapassare serva davvero a qualcosa“.
“Lo confesso, sono un terrorista, perché pur essendomi vaccinato continuo a pensare che i vaccini non siano l’unica soluzione per fermare il contagio. Anzi, penso che i vaccini non fermino assolutamente il contagio“.
“Sono un terrorista“, dice, “perché anziché limitarmi ai ritornelli in TV di Ricciardi o Bassetti leggo i dati ufficiali che arrivano da Israele e dalla Gran Bretagna, e alle volte persino le parole che arrivano da premi Nobel in semiclandestinità come Luc Montagnier“.
“Sono un terrorista“, ribadisce, “perché a volte ho persino osato dire che è da criminali non curare il Covid con le terapie domiciliari o con le monoclonali, quando invece poteva e può essere fatto.
Sono un terrorista perché pur avendo in tasca il Green pass continuo a pensare che sia una solenne bischerata, almeno per come è stato concepito e perché poteva essere tranquillamente evitato come hanno fatto praticamente tutti i paesi del mondo, tranne noi e la Francia“.
“Mi dichiaro colpevole e ammetto la mia colpa” – prosegue Giordano – “sono un terrorista perché mi rifiuto di chiudere gli occhi davanti alla realtà e intendo continuare a dire cose che ritengo di puro buonsenso.
L’ultima moda è stata lanciata dal direttore di Libero Alessandro Sallusti quando ha detto che chiunque osi dissentire dal pensiero unico deve essere considerato il mandante morale di tutte le aggressioni no-vax, che è un po’ come se chi teorizza i principi della libertà sessuale fosse considerato il mandate morale di tutti i femminicidi, o come se chi rivendica i diritti dei lavoratori fosse considerato il mandante morale di tutte le aggressioni ai datori di lavoro“.
“Il giochino cui Sallusti presta la penna“, scrive Giordano, “è molto facile: se ogni pazzo che rincorre di notte un virologo viene addebitato in carico alle poche voci libere rimaste, alla fine anche queste saranno costrette a tacere. Per ridurle al silenzio non ci sarà nemmeno bisogno di ricorrere ai cannoni, come richiesto da qualche amico di Sallusti.
Silenzio. Una voce unica. Nessun dissenso“.
Questo è quello che volete?
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