Lo abbiamo già detto nella pillola di ieri: dobbiamo dare tutti sostegno ai portuali di Trieste, andando fisicamente al loro fianco ma dobbiamo anche pensare a delle strategie per rendere sempre più efficace la loro protesta. Nel caos si rischia di perdere lucidità. Se da una parte il potere sta provando a mettere il popolo contro il popolo, bisognerebbe rispondere mettendo il Governo italiano contro l’Unione Europea quindi contro la Germania, potere contro potere.
Treno intermodale tra Trieste e Norimberga
A questo proposito vi dico che il 22 aprile 2021 l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico orientale ha firmato la concessione per la piattaforma logistica di Trieste, che durerà fino al 2052, ad una società controllata dall’Autorità portuale di Amburgo. Il terminal sorge nella zona franca di Trieste, consolidando in questo modo la presenza della Germania nello scalo giuliano, che ad aprile scorso ha visto un altro evento: il raddoppio del servizio ferroviario dal Terminal Samer Seaports del porto di Trieste e il terminal intermodale TriCon di Norimberga. Questo vuol dire che il protrarsi delle proteste potrebbe causare il blocco delle merci dirette dalla Germania e questo potrebbe costringere l’Unione Europea ad intervenire facendo la voce grossa con il nostro Governo.
A quel momento non resterebbe che fare appello ai Regolamenti Europei per imporre all’Unione Europea di intervenire per la cancellazione dell’obbligo del Green Pass per i lavoratori italiani. Nello specifico bisognerebbe appellarsi ai Regolamenti che riguardano la concorrenza e le discriminazioni. Emergerebbe infatti un enorme problema legato alla concorrenza, tema che le istituzioni europee hanno sempre trovato utile fingere di avere a cuore. Le aziende italiane verrebbero di fatto sfavorite rispetto ai loro concorrenti europei visto che l’accesso al lavoro con Green Pass causerebbe una diminuzione forzata della forza lavoro disponibile ed un conseguente calo indotto della produttività. Questo rientrerebbe nella cosiddetta concorrenza sleale tra Paesi, non consentita dall’Unione Europea.
Disparità di trattamento
Un lavoratore italiano a sua volta risulterebbe discriminato rispetto ad un lavoratore di altri Paesi europei dato che sarebbe l’unico costretto a mostrare un Green Pass per accedere al posto di lavoro. Si creerebbe dunque una disparità di trattamento tra i lavoratori, ma non per quanto concerne misure di competenza dei singoli Stati, come il salario o gli orari lavorativi, ma per quanto concerne addirittura il diritto stesso e l’accesso al lavoro.
Questo non potrebbe essere assolutamente tollerato da istituzioni che si definiscono comunitarie. A quel punto cadrebbero letteralmente le maschere.
L’Unione Europea esiste o no? Potrebbe l’UE continuare ad assecondare certe scelte del Governo italiano mostrandosi quindi un’entità inesistente e perdendo continuamente la propria ragione d’esistere o sarebbe costretta ad intervenire per il rispetto dei principi europei e per salvare la faccia? Ecco quindi che in questo modo il popolo avrebbe indotto il divide et impera all’interno del potere, ossia li avrebbe ripagati con la stessa strategia che il potere ha sempre usato per sottomettere, spostando l’epicentro dello scontro. E ovviamente tra i due litiganti, sarebbe il terzo a godere.
Quando una protesta entra nel vivo come sta accadendo a Trieste, tutti i riflettori del mondo vengono puntati sulle richieste dei manifestanti e bisogna approfittarne per far cadere le maschere. Inutile gridare slogan svincolati da qualsiasi proposta concreta. Facciamoci trovare con le idee chiare. Se il Governo più europeista mai avuto ci impone di rispettare le sue regole, rispondiamo che non possiamo farlo perché ce lo chiede l’Europa. E chiediamo all’Europa di far rispettare le proprie. In questo caso, quando la Germania avrà disagi sulle proprie merci per le scelte del Governo italiano, sarà la prima a pretendere che l’Europa intervenga per farle rispettare.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo