Cosa c’è dietro al DDL Zan: i veri e inconfessabili motivi dietro la bocciatura del provvedimento

Vi sono talvolta notizie liete che giovano a guadagnare dosi di ottimismo perduto. Notizie che ci segnalano che tutto può ancora essere cambiato. Nel novero di queste notizie vi è quella di questi giorni che riguarda il celebre o forse famigerato Ddl ZAN. Per fortuna il Ddl Zan è stato bloccato.

Si trattava di una proposta apertamente liberticida, una proposta coerente con lo spirito dei tempi e con la oggi così in voga persecuzione di ogni pensiero non allineato millimetricamente con il nuovo ordine mentale di completamento dei rapporti di forza del nuovo turbocapitalismo apolide sradicato e sradicante.

Palesemente proditoria era la presunta ratio del Ddl Zan, vale a dire la punizione dei gesti discriminatori. Tali gesti sono già giustamente sanzionati dalla nostra carta costituzionale e dalle legge italiana sicché la discriminazione è già punita. Allora a cosa serve il Ddl Zan che pure dice di voler combattere contro la discriminazione se la discriminazione è già giustamente combattuta dall’ordinamento giuridico italiano?

Il vero obiettivo, inconfessato e inconfessabile del Ddl Zan, era un altro. L’obiettivo era quello di imporre attivamente il nuovo ordine mentale e il pensiero unico eroticamente corretto. Vale a dire quel nuovo ordine mentale genderistico funzionale alla decostruzione di ogni residua figura dell’identità sessuale e della famiglia come fortilizi di resistenza al nichilismo relativista della civiltà dei mercati.

Se volessimo esprimerci con una formula volutamente breve ma efficace: sacrosanto combattere contro le discriminazioni, abominevole combattere contro le identità sessuali. La giusta lotto contro le discriminazioni, già ampiamente riconosciuta dal nostro ordinamento giuridico, non può in alcun caso trapassare in lotta per l’imposizione di un modello unico eroticamente corretto che imponga se stesso, negando tutti gli altri e magari perseguitandoli sul piano giuridico.

Se fosse passato il Ddl Zan si potrebbe ora dire legittimamente che esistono secondo natura maschi e femmine o che i bambini hanno il diritto ad avere un padre e una madre o che la famiglia è composta da un uomo, una donna e da figli? Questo non ha nulla di discriminatorio dacché si riconosce pienamente la piena liceità di ogni relazione sentimentale tra adulti, maggiorenni e consenzienti. Bisognerebbe battersi contro le discriminazioni se supponiamo venisse negato ad un omosessuale il posto di lavoro o l’accesso a luoghi pubblici. Questo grazie al cielo non avviene e se questo dovesse avvenire basterebbe la legge italiana così come è per sanzionarlo giustamente come qualcosa di inaccettabile.

Ecco allora che il Ddl Zan chiama lotta contro la discriminazione in realtà una lotta di imposizione di un modello unico coerente con la civiltà nichilista e relativista dei mercati, per fortuna è stato bloccato e per ora possiamo tirare un sospiro di sollievo. Il capitale ha avuto una battuta di arresto grazie all’organizzazione delle proteste e delle lotte contro la sua avanzata.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro