Mi scrive un lettore sul gruppo Telegram dell’Economia umanistica: “Contestualizzando il caso, criticando e consigliando chi ha aperto una porta che pochi hanno l’ardore e la forza di aprire, anziché trovare uno spunto per migliorare se stessi. Come molti quoi anche io aspetto il 3 ottobre”.
In Italia tutti hanno l’ambizione di dare buoni consiglio. Forse ricordate quello che cantava De Andrè: “La gente dà buoni consigli
Se non può più dare cattivo esempio”. Il mio lettore, Roberto, dice sostanzialmente questo, cioè criticare e consigliare chi ha aperto una porta. L’economia viene sempre considerata come una cosa macroscopica, macroeconomia quando parliamo di Stati o microeconomia quindi parliamo di aziende o singolo operatore economico. In realtà l’economia è sostanzialmente un modo per migliorare se stessi, prova ne è il fatto che se noi miglioriamo il nostro campo energetico, la nostra capacità i lavorare con gli altri facciamo fattura oppure portiamo a casa uno stipendio. Quelle cose si trasformano da energia a moneta.
Il 3 ottobre molti degli iscritti del gruppo Telegram parteciperanno ad un evento, il primo sull’economia umanistica, dove parlerò esattamente di questo. Farò 3 lezioni sull’economia umanistica, spiegando attraverso l’uso della religione piuttosto che il pensiero di atei, fisici, mistici di sacro e profano. Cercherò di dimostrare come l’attrazione del denaro, delle cose positive che noi abbiamo, e il successo dell’attività economica non dipende dalla moneta o dal capitale, come spiegato dall’economia capitalistica, ma dipende invece da qualcosa che è difficile da pesare ma che ha un valore incredibile, si chiama la nostra anima!
Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi