Il filo rosso che collega Green Pass, MES ed euro: sono riusciti a dividerci su un punto cruciale

L’anno scorso su questa stessa radio contestavamo il MES per essere un’imposizione economica che non lasciava scelta agli Stati. Oggi contestiamo il Green Pass come misura sociale che non lascia scelta al cittadino. Domani probabilmente diremo di no a qualche altra imposizione.

Come vedete cambia la forma, ma non cambia la sostanza. Per questo vorrei che tanti miei colleghi e tanti italiani capissero che dobbiamo smetterla di veicolare le nostre azioni verso battaglie che riguardano singole imposizioni creando così dei recinti ideologici e delle spaccature.

Bisogna semplicemente iniziare a dire con forza di sì al rispristino dei principi costituzionali e delle libertà dei cittadini.

La battaglia per la democrazia e per la Costituzione riguarda tutti, ingloba tutte le istanze e non dà adito alle divisioni.

Il Green Pass è una misura incostituzionale. Quando mi chiedono se io sono un no Green Pass, rispondo semplicemente che sono uno favorevole ai dettami della Costituzione e indirettamente ho risposto alla loro domanda, senza creare ulteriori categorie divisive.

Io non vado in piazza per dire no al Green Pass o per dire no al vaccino obbligatorio; io vado in piazza per chiedere che venga applicata e salvaguardata la Costituzione e i valori democratici.

Ovviamente questo implica un no deciso a tutto quello che va contro quei principi.

Ma se vogliamo raggiungere davvero milioni di italiani, dobbiamo fare appello anche ai moderati e per farlo dobbiamo uscire dalle nicchie ideologiche, dobbiamo abbandonare i punti divisivi, dobbiamo includere e mettere tutti intorno alla difesa della Costituzione.

Vi dirò di più, chi ieri voleva il MES, è lo stesso che oggi vuole il Green Pass. Perché il suo obiettivo è stracciare le costituzioni in Europa, bypassare i processi democratici che vengono da questi personaggi definiti lenti e farraginosi perché, come scrivono a chiare lettere, non ritengono che le democrazie siano sempre applicabili ed è lì che fanno cartello contro i popoli. E’ su quei punti che il popolo deve organizzare la propria difesa.

Ma questo dobbiamo gridarlo nelle piazze, dobbiamo scriverlo nei nostri volantini, lo devono raccontare i nostri portavoce, è l’unica cosa che dobbiamo dire in coro davanti alle tv mainstream.

Invece, che cosa accade?

Ci facciamo trovare sempre con il piede in fallo. Diciamo di essere no vax in modo che ci possano mettere contro i sì vax, diciamo che siamo contro il Green Pass in modo che ci possano mettere contro quelli che la ritengono una misura per superare la pandemia, diciamo di essere per l’Italexit in modo che ci possano mettere contro chi non ha gli strumenti per valutare i danni della moneta unica, quando basterebbe scendere in piazza in difesa della Costituzione, delle libertà e soprattutto dei lavoratori e queste battaglie verrebbero tutte inglobate in un unico obiettivo e non potrebbero metterti contro nessuno perché a quel punto si creerebbe una netta linea di demarcazione tra il popolo contro le élite, tra le democrazie contro le tecnocrazie, tra le regole democratiche contro i vincoli incostituzionali e così il popolo saprebbe finalmente da che parte stare.

Questo è quello che io voglio spiegare al meeting di Roma che spero di riuscire a organizzare già nella seconda settimana di novembre.

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