“Soltanto la situazione drammatica dei conti juventini non permette ad Agnelli di licenziare l’allenatore al quale ha garantito 9 milioni all’anno”
La Juventus perde in casa conto il Sassuolo. Disastro a Torino, fallimento di Allegri, squadra cotta, sfinita nella testa. Non è difficile scrivere della Juventus di Allegri. Gioca a pallone ma non a calcio, commette errori clamorosi nella lettura della fase difensiva.
Il Sassuolo ha messo cinque volte in off side i bianconeri nel primo tempo, Alessio Dionisi ha preso il posto di de Zerbi ma le lezioni tattiche non sono cambiate, nonostante alcune cessioni importanti.
Massimiliano Allegri non insegna più nulla ai suoi, sarebbe bastato un passo in avanti di De Ligt sul gol di Frattesi, così come in altre due situazioni, e la soluzione sarebbe stata diversa. Non è difficile scrivere della Juventus nella quale Dybala e Chiesa sono i soli in linea con la storia bianconera, il resto, compreso il succitato olandese, Bonucci, Danilo e via gli altri, sono impiegati supersalariati, guidati da un capufficio che è rimasto a tre anni fa e ha perso di vista il campo, la squadra. Il Sassuolo ha osservato la fuffa juventina, qualche episodio in attacco, poi è entrato Cuadrado per Rabiot, che non aveva fatto peggio di McKennie pettinato come Malgioglio, così Chiesa è andato dalla parte opposta, Allegri ha continuato a dialogare con il suo assistente Landucci, non capendoci nulla né uno né l’altro.
Soltanto la situazione drammatica dei conti juventini non permette ad Agnelli di licenziare l’allenatore al quale ha garantito 9 milioni all’anno per stagioni 4, roba da avviare un’indagine. Caos pieno, dopo la canonica ora altro cambio, Kaio Jorge al posto del Morata che fu, solita ressa, nessuna logica, Kulusevski e Arthur buttati in mischia, momenti patetici con la Juventus senza testa e senza vittoria. Fine di un’idea, fine di una speranza già vana a meno 13 dal vertice. E con un bilancio da fallimento. Altre novità?
Tony Damascelli