Caso plusvalenze: ombre sospette sul calciomercato. Covisoc, Procura Federale e FIGC indagano su diverse operazioni controverse. Nel calderone entrano società italiane e straniere con oltre 40 trattative attenzionate.
Dallo scambio Arthur-Pjanic tra Barcellona e Juventus all’ingaggio della punta nigeriana Victor Osimhen ex Lille da parte del Napoli, fino al coinvolgimento in tali affari di numerosi giovani prospetti cresciuti nei rispettivi settori giovanili. A livello internazionale spuntano, nella lista di squadre, anche Manchester City e Marsiglia. Nello stivale invece entrano in ballo club del calibro di Genoa, Empoli, Sampdoria, Parma, Pescara, Cesena, Pro Sesto e Chievo.
Nel mirino del fascicolo aperto dalle autorità ci sono appunto le plusvalenze generate, al fine di porre un argine alle ben note perdite di bilancio, attraverso la valutazione spesso eccessiva dei calciatori stessi. Tutto questo senza tirare fuori dal portafoglio un solo euro. Insomma, una questione molto spinosa.
Sul tema abbiamo ascoltato le considerazioni di Marco Bellinazzo de Il Sole 24 Ore
“Se la domanda è: cosa sta succedendo? Dico nulla. Era logico che fosse così e, in questo senso, lo ha ribadito il Presidente FIGC Gravina. Questo ovviamente non vuol dire che non ci sia un problema. Il fenomeno in esame va combattuto, ma parlandone in questi termini si rischia soltanto di fare una caccia alle streghe senza affrontare seriamente i problemi.
Scambiare figurine per tappare buchi nei bilanci
“Noi abbiamo un sistema in cui le plusvalenze, nel corso degli anni, sono diventate da strumento fisiologico dell’economia calcistica a un sistema patologico in cui, con la contrazione dei ricavi legata non solo alla pandemia, si ricorre a scambi di figurine per chiudere dei buchi di bilancio evitando che le proprietà ci mettano soldi“.
In cosa consistono le plusvalenze?
“La cosa è accaduta all’inizio degli anni 2000, con una crescita esponenziale delle plusvalenze e d’altra parte anche dei costi di ammortamento consistente nel prezzo del cartellino del giocatore spalmato negli anni. Il vantaggio contabile delle plusvalenze quale è? Per intenderci se scambio due giocatori a 50 e 50 milioni apparentemente non succede nulla. In realtà non è così perché, per con i meccanismi contabili che ci sono la plusvalenza va subito tra i ricavi di quell’anno. L’ammortamento lo spalmo sugli anni di contratto, quindi se ho fatto 5 anni di contratto avrò solo 10 milioni di costo. Sui bilanci comparirà quell’anno la voce +40 inerente alla plusvalenza“.
Soluzioni al problema?
“Se si vuole evitare, come accaduto nei primi anni 2000, che molte società falliscano occorre mettere mano al modo di misurare le plusvalenze collegandosi ai criteri di iscrizione e ammissione al campionato. Da quello che mia pare di capire la FIGC sta facendo questa indagine proprio per studiare il modo di limitare il valore delle plusvalenze ai fini dell’equilibrio contabile che consente alle stesse società appunto di iscriversi ai campionati“.