Siamo arrivati all’aperta repressione: idranti contro uomini inermi, occorre porre freni al potere

Desidero soffermarmi per sommi capi su quanto è accaduto e su quanto sta accadendo a Trieste, ormai da settimane divenuta la capitale morale del paese, il locus revelationis di una resistenza possibile contro un ordine che se non incontra resistenza è disposto a prendersi tutto. Il potere, se non incontra resistenza da parte della società civile, è disponibile a prendersi tutto: l’intera vita, l’intero corpo, l’intero immaginario. Per questo occorre porre dei freni al potere organizzandosi in forme pacifiche ma risolute come stanno eroicamente facendo a Trieste.

Come prevedibile siamo arrivati all’aperta repressione di una manifestazione pacifica di lavoratori. Lavoratori che vengono repressi da un governo di aperto orientamento neoliberale con una destra bluette e una sinistra fucsia supine e cadavericamente piegate al cospetto del potere tecno-finanziario. Era gente pacifica quella che abbiamo visto repressa a Trieste, persone che si oppongono all’infame tessera verde della discriminazione e del controllo, repressa con scene memorabili. Idranti che sparano acqua su inermi donne e uomini seduti a terra. Donne e uomini che si tengono per mano fraternamente, pregano e hanno il rosario. Questa l’immagine del potere neoliberale, del golpe globale e la svolta autoritaria di cui l’Italia è un laboratorio avanguardistico degli assetti politici, sociali ed economici per l’avvenire, il nuovo modo di produzione turbocapitalistico ridefinitosi come Leviatano tecno-sanitario.

I sedicenti antifascisti sono in buona parte quelli che legittimano questa repressione squadrista ignobile gestita dal governo dall’ex uomo di Goldman Sachs. Il loro fascismo archeologico, per citare Pasolini, è il loro penoso alibi per accettare e supportare la nuova violenza senza volto dell’ordine neoliberale. La destra bluette e la sinistra fucsia sono le due braccia del banchiere euroinomane di Bruxelles e del potere apolide tecno-finanziario. Sono sono le stampelle del nuovo ordine repressivo di una civiltà, quella neoliberale, che oltre ad essere intrinsecamente nichilista sta ora rivelando il suo vero volto repressivo e violento. Siamo solo all’inizio, ora le persone iniziano ad uscire dal lockdown cognitivo e principiano a capire cosa sta accadendo prendendo altresì atto che l’emergenza come metodo di governo ha reso possibile una svolta autoritaria in seno al capitalismo.

La repressione ora è aperta, ogni maschera è letteralmente caduta, il potere sta esibendo pienamente se stesso. Possiamo essere solidali più che mai con i lavoratori di Trieste: tengono alta la dignità e il senso critico di protesta. Non dimenticheremo mai le scene di violenza inaudita degli idranti che sparano senza pietà su uomini e donne stessi per terra. La Polizia spara con gli idranti su donne e uomini inermi in ginocchio, rei di non aver saputo piegare il proprio animo all’infame tessera verde della discriminazione e del controllo totalitario. Noi senza esitazioni siamo con i portuali di Trieste, siamo con la classe lavoratrice e con tutti coloro i quali in questo paese abbiano ancora fiducia nella Costituzione, nelle libertà fondamentali e nei diritti.

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