In scena la nuova censura culturale: come il potere vuole cancellare il nostro pensiero critico

Il modo più astuto per controllare un soggetto così grande, le folle, era solo uno: privarlo di ogni capacità critica, cioè capacità di pensiero analitico autonomo. Oggi in modo non difforme si offrono al volgo ricette semplici, preconfezionate, pronte all’uso, standardizzate e facili da capire. Privando il popolo del pensiero e della cultura umanistica, ecco perché il pensiero morale dovrebbe reintrodurla, si ottiene oggi l’effetto di avere una collettività apatica, acritica e robotica. A nulla giova il livello di scolarizzazione.

Intendo per volgo la collettività secondo la mentalità capitalistica dominante. Tra le ricette facili da comprendere, attenzione a non commettere lo stesso errore con il concetto di complottismo. Quest’ultimo commette lo stesso errore dogmatico che pretende di combattere. Chi fa del complottismo non usa la scienza, non usa il meccanismo critico, cerca di opporsi cercando le teorie più strane e improbabili.

Sulla cultura umanistica esiste un dibattito in corso, per esempio negli Stati Uniti si vorrebbe insegnare solo ciò che servirebbe per trovare il lavoro, materie tecnico-scientifico e si vorrebbero togliere il greco, il latino e tutto ciò che rientra nel mondo della filosofia. Io ho creato un gruppo Telegram in cui faccio l’opposto: porto nell’economia la filosofia, la metafisica e la teologia occidentale come orientale. Offro a chi vuole ascoltare una visione critica che parte dall’umanesimo, per questo parlo di economia umanistica.

Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi