Era l’estate del 2021, allorché vi dicemmo che con l’arrivo dell’autunno 2021 lo Yo-Yo virale (o rocchetto pandemico, che dir si voglia) sarebbe tornato alla Fase 1, quella delle misure più stringenti e financo dei confinamenti domiciliari coatti. Non ci limitammo, anche in quel contesto, a prevedere ciò che in realtà era facile prevedere – ossia il moto a rocchetto dell’emergenza pandemica in corso – precisammo anche che, con l’arrivo di nuove misure stringenti coerenti con il ritorno alla Fase 1, si sarebbe scaricata la colpa sui non benedetti dal santissimo e sempre laudando in saecula saeculorum siero benedetto.
Vi dicemmo, in quel contesto, che l’ordine del discorso avrebbe di fatto indicato nei non benedetti col siero i colpevoli della diffusione dei contagi e che, di più, si sarebbe scatenato senza pietà contro di essi per un verso indicandoli come gli untori di manzoniana memoria, e per un altro verso cercando di prendere misure draconiane contro di loro trattandoli alla stregua di dannati da evitare e da umiliare in ogni guisa.
Come bene precisò Giorgio Agamben, già con l’avvento dell’infame tessera verde un’intera categoria di cittadini si trovò a essere improvvisamente declassato al rango di cittadini di seconda classe.
Quel che prevedemmo sta diventando già realtà: l’ordine del discorso continuamente indica nei non benedetti col siero i responsabili del dilagare dei nuovi contagi, quindi del ritorno alla Fase 1 del rocchetto virale.
Al tempo stesso si stanno prendendo ovunque misure punitive contro i non benedetti. A tal riguardo mi limito a riportare due titoli tra i tanti disponibili: ad esempio su Open, rotocalco turbomondialista del direttore Mentana, così leggiamo in data 16 novembre: “Austria, come funziona il lockdown per i no vax: ogni cittadino deve aspettarsi controlli“; poi c’è sul Fatto Quotidiano “Lockdown in Austria, inizia il confinamento con la polizia per le strade“. Avete capito bene.
Funziona esattamente come in uno Stato di polizia, con annessa militarizzazione della vita pubblica e con annesse persecuzioni ai danni di una categoria di cittadini (i non benedetti) che vengono trattati alla stregua di nemici pubblici, di cittadini declassati, secondo pratiche che, seppure nel mutato contesto dell’ideologia medico-scientifica, abbiamo già visto nel Novecento. Come diceva Antonio Gramsci, “la storia continua a ripetersi e noi non sappiamo riconoscerne il ritorno, perché la storia insegna ma non ha scolari“. Proprio per questo siamo condannati a patirne sempre le contraddizioni e le storture senza nemmeno riuscire a individuarle.
Pensate anche solo secondo canoni logici – anziché medici o aristocratici – a questa contraddizione: stiamo parlando di soggetti che in quanto malati asintomatici non sono malati e che tuttavia possono trasmettere un morbo che non hanno (in quanto asintomatici) a soggetti che si sono immunizzati mediante la benedizione, ma che tuttavia possono ammalarsi.
Del resto domando: se tu, benedetto col siero, hai paura a stare accanto a un non benedetto, sei tu il primo a mettere in discussione l’efficacia della benedizione.
E’ una situazione paradossale che potremmo così compendiare: è come se il 90% delle persone aventi l’ombrello continuassero egualmente a bagnarsi sotto la pioggia e indicassero come colpevole del fatto che si bagnano chi non ha l’ombrello. Come se chi non avesse l’ombrello fosse responsabile del fatto che si bagnano anche quelli che hanno l’ombrello sulla testa. Vi è davvero di che riflettere: siamo entrati ormai in un regno di pura emotività in cui non vi è più spazio per il logos (o ragionamento), eppure la resistenza al leviatano tecno-sanitario parte anche dalla fedeltà al logos, che dobbiamo puntualmente tenere.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro