Le parole di Mario Monti non lasciano dubbi: lo scenario futuro della pandemia è scritto

Capita talvolta, anche se raramente, che nell’ordine del discorso faccia irruzione la verità, quasi che si interrompesse la caterva di menzogne e di manipolazioni su cui l’ordine del discorso si regge e si manifestasse in maniera in attesa e inconfessabile il vero. L’ordine del discorso non è niente altro che la batteria di idea dominanti diffusi dai mezzi d’informazione in favore dei gruppi dominanti.

Un momento di questo tipo si è registrato, qualche sera fa, nella nota trasmissione televisiva sulla rete La7. Nella trasmissione era ospite l’euroinomane, uomo dei mercati, Mario Monti. Il quale ha testuale affermato quanto segue, riportato peraltro fedelmente sul Twitter di La7. “Bisogna trovare – si legge in riferimento alle parole di Monti – delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione. In una situazione di guerra si devono accettare limitazioni alle libertà”.

Sì, l’ha detto realmente. Ormai l’ordine del discorso ha fatto cadere la maschera o, se preferite, la mascherina. Il generale disprezzo dell’ordine oligarchico neoliberale al quale Mario Monti appartiene per la sovranità popolare e per le libertà conquistate viene ora apertamente giustificato mediante l’emergenza permanente. L’emergenza svolge la parte di metodo di governo per una riorganizzazione autoritaria del modo di governare le cose e le persone.

Le parole di Mario Monti sono un altro modo per dire che la riorganizzazione autoritaria non riguarda solo il modo di controllo delle persone ma anche il modo di controllo dell’ordine del discorso. Il neoliberismo deve anche investire l’ambito della produzione dei discorsi dove in nome della caccia alle fake news devono essere messi al bando tutti i discorsi contrastanti variamente con l’ordine del discorso dominante, quindi con l’ideologica egemonica diffusa dai canali d’informazione.

Non sfugga nel discorso di Mario Monti il riferimento alla guerra. Se siamo in guerra allora occorre accettare la limitazione delle libertà, questo il succo del discorso di Monti. Nell’emergenza diventa inevitabile ciò che nella normalità sarebbe inaccettabile. Dobbiamo domandarci una volta per tutte: chi ci vieta di pensare che presto o tardi il potere non usi l’emergenza per fare ciò che senza l’emergenza non potrebbe fare.

Che cosa ci vieta di pensare che l’emergenza venga utilizzata dal blocco neoliberale come mezzo di governo per ottenere tutta una serie di conquiste a proprio beneficio facendole passare per misure drastiche per difendere la salute di tutti e di ciascuno nel tempo dell’emergenza. Nelle parole di Mario Monti sembra emergere limpidamente come l’emergenza svolga una funzione definibile come governamentale.

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