Il compito di un giornalista non è solo stare sul pezzo, ma mantenere una certa dose di credibilità cercando di mantenere entrambe le qualità nel corso di tutta la sua carriera. Si sbaglia, ci si perde, capitano errori (e sarebbe strano il contrario) ma mai quanto tutti gli strafalcioni che stiamo leggendo negli ultimi anni sul “giornale unico del virus”. Dietrofront – ultimo dei quali quello sulla terza dose – correzioni e una spocchia che non manca mai nell’additare chi si informa e pensa altrimenti come “ignoranti”.
La verità però è più complessa. Troppo facile chiamare ignorante chi non ci legge in stile “volpe e uva” senza farsi una domanda su quanta credibilità si ha effettivamente tra il pubblico.
Credibilità che non si mantiene solo con la coerenza – perché se si parla di scienza è scontato che la versione possa cambiare – ma anche con una comunicazione il più possibile trasparente. Soprattutto se, come ci dicono ininterrottamente da un anno e mezzo, “informarsi correttamente è essenziale in un’emergenza come questa“. O no?
Sì, ma anche informare correttamente sarebbe richiesto. Sta a voi giudicare se questo sia effettivamente accaduto nelle prime pagine che vi abbiamo mostrato con Fabio Duranti a ‘Un Giorno Speciale’.
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