Se guardiamo retrospettivamente alla storia del 900′, prendiamo coscienza del fatto vi è un tratto specifico dei regimi più autoritari e sanguinari che hanno costellato la storia del “Secolo breve”, denso di tragedie e violenza. Tale tratto specifico consiste nelle norme palesemente paranoiche e controintuitive che questi regimi hanno saputo di volta in volta adottare come norme generali di controllo e disciplina alle quali dovevano i cittadini tutti adeguarsi cadavericamente.
Possiamo anzi dire in termini generale a mo’ di regola di ogni meccanica del potere autoritario e dispotico che esso funziona maggiormente nelle misura in cui riesce a fare accettare l’inaccettabile ai propri sudditi. Il suddito ideale del regime autoritario è quello che non crede alla realtà, che non pensa criticamente con la propria testa, che non vede con i proprio occhi ma ubbidisce in maniera irriflessa, automatica, senza mai mettere in discussione o domandarsi se sia giusto ciò che sta facendo abbia un senso o sia secondo ragione.
Per questo motivo possiamo ben dire che da ormai da due anni assistiamo alla metafora bellica per cui siamo guerra, per cui bisogna ubbidire. Chiunque usi far valere un punto di vista critico, chiunque sia solito ragionare è per ciò stesso un disertore, un nemico, un soldato che deve essere redarguito. Il soldato ideale al contrario è quello che esegue ogni ordine senza pensarci, con cieca disciplina e freddo automatismo.
L’anno scorso sotto Natale vi fu una panoplia di misure palesemente demenziali come quella che ci chiedeva di non fare il brindisi o ancora quella che ci chiedeva di fare i pranzi nelle festività con le finestre parte o non passare il telefono alla nonna per gli auguri onde evitare i contagi.
Ritorna anche quest’anno la ridda delle demenzialità poste in essere da un governo che sembra quotidianamente umiliare la nostra intelligenza e quasi a modo di sfida vedere fino a che punto i docili sudditi siano disposti ad accettare l’inaccettabile e ad eseguire gli ordini.
In questo mese di novembre 2021 già si parla di nuove misure stringenti che ancora una volta rasentano altissimi livelli di follia. Pensiamo ad esempio al numero di 2 persone massimo sui taxi, pensiamo ai nuovi controlli dell’infame tessera verde che vogliono istituire all’ingresso dei binari dei treni. Dulcis in fundo, non si trascuri il fatto che si sia pensato di fermare immediatamente i treni qualora risulti qualche positivo a bordo.
Immaginate la scena platealmente demenziale di un treno bloccato per uno starnuto o per un colpo di tosse che viene fatto a bordo da un passeggero. In questo contesto generale si consideri anche il fatto che davvero il regime più potente è quello che riesce a far fare di tutto ai propri sudditi paralizzandone ogni spirito critico, disinnescando ogni capacità riflessiva, ogni capacità di utilizzare la propria testa. Questo il lockdown più pericoloso, il lockdown cognitivo!
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro