Serata da lupi, in tutti i sensi e per uscire dalla banalità allora troviamo un’eccezione in più: i lupi della critica che non vedono l’ora di sbranare Zaniolo o, per meglio descrivere il momento, di dare in pasto al pubblico qualche sua reale frizione con Mourinho, aggiungendo una robusta dose di supposizioni per intorbidire le acque.
A proposito di acque, in una serata come questa, con le alghe che stavano per impossessarsi dei seggiolini dell’Olimpico, i vincitori sono in ogni caso, prima del fischio d’inizio del Rumeno Kovacs, i tifosi della Roma, presenti in numero più che decoroso.
Primo tempo di risposte, a cominciare dallo stesso Zaniolo, famelico fin dal primo minuto, dialogante con i compagni, disposto ad arretrare il proprio raggio d’azione pur di mostrare a Mourinho quanto sappia mettersi al servizio della Roma. Sua l’apertura per la percussione sul lato destro che porta alla rifinitura deliziosa di El Shaarawy a favore di Carles Perez che porta i giallorossi in vantaggio; suo il gol del raddoppio, favorito da una discesa di Veretout per vie centrali.
Grande lavoro, poi, di Mkhitaryan a tutto campo e di un El Shaarawy sempre più impattante a livello di intensità.
In mezzo, un altro rigore fallito da Veretout: ma perché, da Torino in poi, ha smesso fu incrociate sul palo più lontano?
Lo stesso non si può dire di Abraham, che al secondo minuto si trova sul piatto destro il gol che non riesce a segnare, in modo davvero maldestro.
Poi proprio l’inglese apre la ripresa siglando il tre a zero offertogli da Zaniolo su un vassoio di platino e, dopo averne sbagliati altri, si regala un quarto, mirabile gol con una rovesciata istintiva, plastica e bellissima per la naturalezza con cui la esegue.
Una serata scorrevole, facile; che poteva essere addirittura più rotonda nel risultato. Un ottimo allenamento, intenso e benefico per l’autostima, in vista di un cliente scorbutico come il Toro.
Paolo Marcacci