Cifre, numeri e grafici. La battaglia dei dati sulla pandemia non conosce sosta. Utilizzati in ogni forma, reali o immaginari, autorevoli o da fonti dubbie, il dato si è imposto come protagonista del dibattito pubblico. L’importanza dell’analisi statistica e delle progressioni numeriche ha invaso il nostro quotidiano di pari passo con l’emergenza sanitaria. Lo snocciolare dei tristi dati dei contagi e dei decessi è divenuta ormai tetra prassi. Ma i numeri possono dirsi effettivamente strumento tecnico assolutamente neutrale?
La capacità d’interpretazione e di analisi rimane in realtà indispensabile nella comprensione del numero come dimostrano i fatti di Trieste. Proprio nel contesto della pandemia l’analisi interpretativa svolge di fatto un ruolo cruciale. Un uso strumentale dei numeri pandemici può essere utilizzato infatti come strumento per la gestione dell’ordine pubblico mettendo in campo scelte non coerenti. La neutralità del numero e della sua presunta verità assume allora la funzione di falso mito. Il rischio è quella di una manipolazione dei numeri e delle conseguenti scelte politiche fino a raggiungere vette al limite della pura ipocrisia. Solo una riflessione attenta e coscientemente onesta può dunque essere guida per una comprensione effettiva degli eventi.
Ne parlano Nunzia Alessandra Schilirò e Diego Fusaro ai microfoni di Fabio Duranti per “Un giorno speciale”
Schilirò: “Andate a vedere i numeri ufficiali!”
“Quando mi parlano di numeri ma non li confrontano con niente, io dico sempre di andare a vedere le tabelle ufficiali. Abbiamo un sito che si occupa di questo che è l’Istat.
Per venire al discorso di Trieste, proprio di questa popolazione senza pensiero e senza logica. Io non entro nel discorso distanza, mascherina e contagi all’aperto. Dico semplicemente: ma quando vi fanno queste osservazioni voi rispondete: scusate i tifosi dell’Inter che hanno festeggiato lo scudetto in 30mila in piazza, tutti vicini e senza mascherina son tutti vivi mi sembra. E allora rispondete alle loro provocazioni con le domande”.
Fusaro: “Il virus fa scelte politiche?”
“Abbiam capito che è un virus di classe che, se fai le proteste a favore del DDL ZAN non si fa vedere o se c’è manifesta pacificamente. Se invece protesti contro l’ ‘infame tessera verde’ ecco che arriva e colpisce e si diffonde. Fa delle scelte politiche anche lui.
È un virus che ha fatto sua la prospettiva di classe dei dominanti. Sta passando un messaggio pericolosissimo: ci tolgono il diritto di protestare, fare assemblee e lo fanno per il nostro bene, cioè per la nostra salute. Secondo: non vi è diritto e libertà che non possono essere rimossi a patto che non si faccia il nome della difesa della salute messa a rischio dalla situazione emergenziale. È chiaro qual è la narrazione, si produce a livello di narrazione un’emergenza infinita, la vita in pericolo e per proteggere la vita diventa tutto lecito anche limitare il diritto di sciopero, manifestazione e libertà di espressione. Se vogliamo combattere l’emergenza potenziamo la sanità pubblica, anziché ricorrere a queste formule chiaramente autoritarie che di medico-scientifico hanno poco o nulla”.