L’Unione Europea dichiara guerra alla casa degli italiani: già nel mirino due case su tre

Abbiamo richiamato la possibilità reale del transito dall’emergenza sanitaria a quella ecologica. Come se si potesse senza soluzione di continuità passare dal Leviatano tecno-sanitario a quello tecno-ecologico. L’ordine neo-liberale si fonda sullo stato d’emergenza perenne che sia quello terroristico, sanitario o quello ecologico.

Sappiamo che l’Unione Europea in questi giorni sta valutando cosa fare delle case che non saranno a norma rispetto al nuovo programma in linea con il green capitalism, il capitalismo ritinteggiato di verde. Sappiamo che il capitalismo inventa ogni possibilità per far si che il rinnovamento stesso avvenga in maniera capitalistica e che ogni eventuale problema sia risolto in chiave capitalista. La stessa questione ambientale verrà sviluppata e risolta in chiave capitalistica, come fenomeno di business e come modo per evitare che altre agenzie, magari rivoluzionarie, possano cambiare modello di sviluppo.

Intanto l’Unione Europea già sostiene che due case su tre degli italiani non potranno più essere vendute o affittate se non si adegueranno a ciò che sarà il nuovo programma green, ecologicamente compatibile. Ovviamente i padroni avranno la casa garantita in quanto sarà una delle tre che sempre potranno essere vendute e affittate.

In nome dell’emergenza ancora una volta si cercherà di mettere sotto attacco la casa dei cittadini. Vecchio punto del programma capitalistico dacché l’oikos, la casa come unione dell’elemento materiale e di quello immateriale delle relazioni solide dell’abitare, è un fortilizio di resistenza rispetto ai processi di valorizzazione turbo-capitalistica. È proprio per questo che il sistema del capitalismo senza frontiere ha dichiarato guerra alla casa. L’uomo che ancora abbia una casa è infatti meno sradicato, ha elementi di eticità “solida e solidale”.

Proprio per questo il capitalismo sogna di avere di fronte una popolazione di atomi sradicati, senza oikos, sempre mobili, sempre disposti ad essere spostati secondo le esigenze del mercato, sempre in balia del mare magnum della globalizzazione turbo-capitalistica. Il capitalismo vende nell’oikos un elemento di disturbo che deve essere abbattuto. Forse anche grazie alle nuove norme giustificate in nome della Green economy si potrà mettere sotto assedio la casa dei cittadini, ultimo rifugio di relazioni umane e non mercificate, ad esempio il rapporto tra una madre e un figlio.

Le relazioni nello spazio sacro dell’oikos sono l’ultimo baluardo di resistenza rispetto alla dinamica alienata e alienante delle mercificazione capitalistica. Il capitale vuole impadronirsi dell’oikos e magari adesso avrà nuovi argomenti per farlo grazie alla green economy.

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