Ogni tanto andrebbe guardata anche la politica internazionale semplicemente con gli occhi di è curioso delle cose e se ne ricorda altre. Da qualche giorno è morta in Cile la vedova di Pinochet. Questa signora, quasi centenaria, era ritenuta più sanguinaria e più dura del marito che già è stato un dittatore feroce. Diceva che se ci fosse stata lei al governo il paese avrebbe rigato dritto e ce ne sarebbero stati molti di più in carcere e uccisi dei desaparecidos.
L’erede di questa sana tradizione instillata in Cile, con l’aiuto dei servizi segreti americani e con la sobillazione di strati di popolazione come i camionisti, era il candidato di destra figlio di un nazista che si è trovato per fortuna a perdere queste elezioni. Boric invece, il candidato socialista ed erede della tradizione di Allende, finalmente si è trovato a vincerle. Dunque si potrà varare una nuova Costituzione che cancelli gli anni della dittatura sanguinaria in Cile e che cancelli ciò che è rimasto ancora in piedi.
Ovviamente non si possono cancellare le decine di migliaia di persone sparite, torturate, uccise e imprigionate senza altra colpa se non quella di essere dall’altra parte della barricata.
Una dittatura feroce di cui noi abbiamo quasi perso la memoria ma di cui non hanno evidentemente perso la memoria i cileni, cercando di voltare definitivamente pagina. Era quello il momento in cui in Sud e Centro America gli statunitensi, pur di non perdere il loro privilegio, foraggiavano in tutti i modi le dittature fasciste di destra. Dittature che si sono man mano sistemate nei vari paesi come Argentina e Brasile.
Solo Cuba sfuggiva e sfugge a quell’orbita di influenza grazie a caratteristiche così particolari che ne fanno ancora oggi un paese da questo punto di vista straordinario. Questo per dire che bisognerebbe guardare con un occhio sempre critico – e anche però di comprensione – gli altri paesi del mondo passati attraverso fasi dittatoriali in tempi molto più recenti rispetto all’Italia. Eppure in quei paesi, come in questo, c’è ancora chi chiamerebbe patrioti i dittatori che hanno governato col pugno di ferro quando, invece, sarebbe il caso di chiamarli sanguinari assassini, dittatori e scippatori di democrazia e futuro.
Per fortuna oggi non sono più in grado di nuocere.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi