Inventori di malattie: il sensazionale documentario RAI ▷ PARTE 2: “Trasformarvi in malati permanenti”

Nel 2005 Rai 3 manda in onda il documentario “Inventori di malattie”, un’inchiesta a cura del giornalista Silvestro Montanaro sui profondi legami tra case farmaceutiche e business. L’indagine giornalistica è un accurato approfondimento sulle logiche della produzione moderna di farmaci e i meccanismi alla base del modello economico di Big Pharma, la finanza.

L’obiettivo di produrre e generare profitti, spiega il documentario, ha di fatto trasformato le case farmaceutiche in aziende tout court. Il marketing diviene la prima voce di spesa con stanziamenti ben superiori a quelli della stessa ricerca. Il primo scopo di Big Pharma si definisce come il raggiungimento di obiettivi di vendita: la merce sono i farmaci, i pazienti divengono i clienti.

L’intrecciarsi della dinamica finanziaria a quella della produzione farmaceutica ha condotto ad un ulteriore passo nelle strategie commerciali, ora non deve essere più venduta la medicina ma la causa della sua produzione e somministrazione, la malattia. È il c.d. Disease mongering, la commercializzazione sistematica della patologia stessa.

“Il mercato più grande per i farmaci è la gente sana” spiega Marcia Angell, dottoressa americana e la prima donna caporedattore del New England Journal of Medicine “il loro obiettivo è vendere il maggior numero di farmaci a gente sana o con piccoli e insignificanti disturbi. Per fare questo vendono più la malattia che il farmaco, convincendo le persone sane, che costituiscono un enorme mercato, che hanno una malattia che va curata”.

Il disease mongering (“andare dal medico come si va dal panettiere“) portato agli estremi conduce alla creazione di nuove malattie per poter vendere farmaci da parte delle case farmaceutiche. Così semplici disturbi o sensazioni vengono trasformate in vere e proprie patologie da curare. “Vengono inventate delle vere e proprie sindromi, patologie” sottolinea Alessandro Meluzzi “magari dimenticate nell’arco di un paio di anni. Non c’è niente di meglio che curare i sani”.

Alessandro Meluzzi e Fabio Duranti commentano la seconda parte del documentario “Inventori di malattie”

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