Cabras sbatte in faccia i dati alla Camera ▷ “Nel mondo Speranza-free le cose sono estremamente diverse!”

Stessi risultati, diverse libertà: accade tra i paesi dell’Unione Europea, dove i dati su contagi e decessi da Covid non sembrano proprio essere così lineari da poter affermare il gran successo delle restrizioni. Lo spiega bene alla Camera il deputato Pino Cabras, che nel corso della seduta non indugia a informare come radicalmente diverso sia l’approccio della lotta alla pandemia “nel mondo Speranza-free”. Un mondo dove c’è più dibattito e in cui nessuno pronuncia il famigerato “su questo non possiamo dividerci”, che dopo una traduzione maligna sa più di “su questo non si può dissentire”.
Volendo fare un esempio, nonostante la Spagna dissenta dalla linea del Ministro Speranza e non ci sia alcun green pass i contagi sono tra i più bassi d’Europa e le vaccinazioni sono leggermente inferiori alle nostre (circa l’80%): la fiducia nei medici è la stella polare della penisola iberica, per non parlare dell’Inghilterra.
Nella seduta odierna Pino Cabras non si è trattenuto nell’esplicitare alla camera questi dati.

Grazie, Presidente. In più occasioni abbiamo definito le politiche del Governo italiano rispetto alla crisi COVID come una bolla provinciale, una bolla autoreferenziale. Quale è la sostanza di questa critica, da parte di Alternativa, alle scelte dominanti applicate all’Italia? La sostanza è molto semplice: la diffusione del COVID è un fenomeno mondiale, cioè riguarda una popolazione complessiva in cui il peso dell’Italia è appena lo 0,8 per cento della popolazione mondiale. Il 99,2 per cento della popolazione mondiale non ha come Ministro Roberto Speranza: beati loro! Sì, perché, nel mondo “Draghi-free”, “Speranza-free”, “Burioni-free”, il dibattito sulla crisi COVID è più aperto, più libero, più razionale, più scientifico. La stragrande maggioranza dei Paesi tiene conto di un bilanciamento mediamente migliore tra la necessaria profilassi legata all’epidemia e la difesa di tutti gli equilibri sociali e ottengono risultati migliori. Ora, in molti iniziano ad abbandonare gli inutili green pass, anche se erano molto più blandi di quello pervicacemente e sadicamente voluto dai Governi italiani con la complicità suicida dei sindacati. In molti hanno capito il danno del green pass e lo abbandonano, così come abbandonano strategie sanitarie fallimentari di fronte alle caratteristiche della variante Omicron. Il governo del “Draghistan” rimarrà con il cerino in mano, ma le dita se le bruciano gli italiani, e in quel fuoco bruciano anche i fatturati delle piccole e medie imprese legate all’economia di prossimità e al turismo. Solo che questo non dispiace a chi vuol svendere il patrimonio imprenditoriale e familiare del nostro Paese e favorire, come ha sempre fatto, la grande finanza e una borghesia compradora indifferente alle sorti del popolo. Draghi e i suoi profeti neoliberali godono dell’appoggio di tanti partiti, che sono altrettante varianti virulente del neoliberismo all’italiana. Vi abbiamo già citato in altri interventi la qualità e la quantità dei ripensamenti che, ormai, punteggia la vita pubblica di tanti Paesi. Non ci ascoltate mai, perché il cambio della vostra automobile non prevede la retromarcia, fra i pedali non avete il freno e, oltre ai Burioni, vi piacciono i burroni: noi vogliamo evitarli. Pensate al caso di Israele, citato anche prima da un collega di Alternativa, che risulta essere il più significativo, in quanto unico Paese già in una fase spinta per la quarta dose. Nonostante la quarta dose e un suo green pass, oggi ha il record mondiale dei contagi, in valore assoluto, non in termini percentuali.

Sentite, allora, cosa dice Cyrille Cohen, capo di immunologia della Bar-Ilan University e membro del comitato consultivo per i vaccini del Governo israeliano: il concetto di green pass o di passaporto per i vaccini, non è più rilevante nell’era di Omicron e dovrebbe essere via via eliminato; si aspetta che lo sarà in breve tempo in Israele. Il dottor Cohen e i suoi colleghi sono rimasti sorpresi e delusi dal fatto che i vaccini non abbiano impedito la trasmissione, come avevano inizialmente sperato. Il più grande errore della pandemia in Israele è stato chiudere le scuole e l’istruzione e per questo si è scusato. L’infezione diffusa è ora una parte inevitabile dell’immunità futura, altrimenti nota come immunità di gregge. Omicron ha accelerato la pandemia fino alla fase endemica, in cui il COVID-19 sarà come l’influenza. “Israele dovrebbe cancellare il suo sistema green pass” ha detto martedì il Ministro delle Finanze Avigdor Lieberman, come citava prima il collega Giuliodori. “Non c’è logica medica ed epidemiologica nel green pass come molti esperti concordano” – ha scritto su Twitter – “Quello che c’è è un danno diretto all’economia, al funzionamento quotidiano del Paese e, inoltre, un contributo significativo al panico tra la popolazione. Sto lavorando con tutte le parti per eliminare il green pass e preservare una routine normale per tutti noi”. Anche in Scozia, dove rispetto al resto del Regno Unito si era scelta una via più rigida, è il momento di ripensare tutto, per parola del Primo Ministro. La signora Sturgeon ha infatti preso atto della realtà: non solo i contagi rivelano che non c’è base alcuna per separare vaccinati e non vaccinati; addirittura il 79,5 per cento dei decessi nell’ultima settimana riguarda persone vaccinate, il che significa che la variante Omicron ha bucato le pretese ridicole di un approccio burocratico e ottuso alla crisi. I nuovi dati dalla Scozia confermano che i vaccini non impediscono i contagi e che, in ogni caso, la variante si presenta più blanda, tale da ridimensionare l’emergenza. Poche ore dopo, cioè ieri, anche Boris Johnson ha deciso che il green pass deve essere riposto nel guardaroba dei cani.

Discriminare i cittadini, consentendo attività sociali solo ai vaccinati, si è dimostrata una scelta sanitaria deleteria, oltre che un abominio etico e politico. Questo è il punto determinante di tutta questa fallimentare strategia e, soprattutto, della illegalità costituzionale di ogni obbligo o ricatto vaccinale, ovunque si proponga e qualunque forma mascherata e ricattatoria assuma.

Vogliamo vedere cos’è accaduto in Spagna? Il 15 ottobre in Italia viene introdotto il green pass in molte attività essenziali e viene spacciato per strumento sanitario. In Spagna, invece, la Corte costituzionale boccia definitivamente il lasciapassare verde. Risultato: le due curve regionali stagionali dell’Italia e della Spagna sono identiche. Il lasciapassare non ha alcun tipo di beneficio, proprio come tutte le restrizioni adottate in questi ultimi due anni. I coprifuoco, le zone arancioni e rosse, i lockdown mascherati, i danni sistematici e spesso intenzionali al lavoro e alle imprese hanno inflitto sofferenze sociali immense, senza una reale influenza sulle curve epidemiologiche. Manca la base scientifica per il green pass e le conseguenze sono gravi! Se ne accorge anche Amnesty International che ora scopre l’anomalia Italia: con il green pass e i suoi astrusi aggiornamenti il Governo, con la complicità della maggioranza che lo sostiene, ha continuato ad adottare misure discriminatorie, lesive dei diritti dei cittadini italiani e prive di senso. Noi di Alternativa lo diciamo da mesi, predicando nel deserto. Oggi, Amnesty International denuncia che il green pass comprime i diritti dei cittadini per via della sua applicazione discriminatoria e coercitiva. Questa importante ONG ha infatti sollecitato il Governo ad ancorare i propri interventi ai principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione, chiedendo che siano previste misure alternative, come l’uso di dispositivi di protezione e test diagnostici, per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e utilizzare i mezzi di trasporto senza discriminazioni. Mi verrebbe da dire: niente di nuovo sotto il sole. Sia il Consiglio d’Europa sia il Parlamento europeo hanno sempre raccomandato che le misure non fossero mai discriminatorie, non si dovevano creare cittadini di serie A e serie B. Dividere il mondo in sì-vax e no-vax è la rottura di un patto sociale, tanto è vero che le linee guida di tanti Stati la vogliono scongiurare. Avantieri, proprio qui, ho citato il caso del Giappone, ma lo ribadisco anche oggi. La linea ufficiale dello Stato giapponese è testualmente la seguente: sebbene incoraggiamo tutti i cittadini a ricevere la vaccinazione COVID-19, non è obbligatoria né coercitiva, la vaccinazione sarà effettuata solo con il consenso della persona da vaccinare dopo le informazioni fornitele e si prega di farsi vaccinare di propria decisione, comprendendo sia l’efficacia nella prevenzione delle malattie infettive sia il rischio di effetti collaterali. Nessuna vaccinazione sarà somministrata senza il consenso; siete pregati di non costringere alcuno nel vostro luogo di lavoro né coloro che vi circondano a farsi vaccinare e di non discriminare coloro che non sono stati vaccinati. Le linee guida italiane sono: tachipirina e vigile attesa, ricatto, estorsione e segregazione, green pass sempre più severi e ingiusti, oltre che totalmente inefficaci. Dobbiamo uscire dall’incubo securitario che crea insicurezza, così come dobbiamo uscire da un’idea autoritaria della salute, fatta di una sola dimensione incentrata sulla malattia, cui si oppone un rimedio altrettanto unidimensionale. Tutti quelli che dicono che ne usciremo solo con questo rimedio fingono che non esistano anche altri rimedi.

La salute è una componente fondamentale della nostra vita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia. Attenzione davvero: la salute non è semplice assenza di malattia. Secondo la definizione dell’OMS, la promozione della salute è il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla. La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. Il Governo italiano ha scelto la via esattamente opposta: riduzione del controllo da parte della persona sulla propria salute, associata a un minor controllo sulle risorse personali e sociali. In più, una vocazione a rendere permanente quel controllo e a non restituirlo ai corpi sovrani. Questa è l’anomalia Italia, di cui questa maggioranza si rende protagonista e complice con l’ennesimo green pass! Ridateci uno Stato di diritto decente! Finitela con questa raffica di decreti che rendono miserevole la vita di milioni di persone perbene! Viva la libertà, viva l’alternativa“.