Colpo di scena nella vicenda legale del protocollo tachipirina e vigila attesa. Dopo che il Tar aveva bocciato la circolare del Ministero della Salute, ora è intervenuto il Consiglio di Stato a sospendere la decisione del Tribunale amministrativo regionale. Una retromarcia del massimo organo amministrativo italiano che rimette nuovamente in discussione la battaglia per terapie domiciliari.
Il cambio di rotta del Consiglio di Stato smentisce la decisione del Tar la quale aveva messo nero su bianco le criticità della circolare di Speranza: “Il contenuto della nota ministeriale, imponendo ai medici puntuali e vincolanti scelte terapeutiche, si pone in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico dalla scienza e deontologia professionale”. La decisione del Tar sottolineave infatti come la “vigilante attesa” di fatto mettesse in discussione la stessa capacità dei medici “di agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l’esito della terapia prescritta”.
Ora il Consiglio di Stato cambia rotta mettendo in discussione le conclusione del TAR sottolineando che il documento del Ministero contiene “raccomandazioni e non prescrizioni“, indicando “comportamenti che secondo la vasta letteratura scientifica sembrano rappresentare le migliori pratiche, pur con l’ammissione della continua evoluzione in atto”. Per tale ragioni secondo il Consiglio di Stato “non emerge alcun vincolo circa l’esercizio del diritto-dovere del medico di scegliere in scienza e coscienza la terapia migliore”. Il medico Giovanni Frajese La battaglia per le cure domiciliari non è però conclusa, il 3 febbraio è stata fissata una camera di consiglio per la trattazione collegiale della decisione: il problema, come aveva spiegato giorni fa l’endocrinologo Giovanni Frajese, è che il consiglio del Ministero sebbene sia un suggerimento viene sistematicamente applicato.
“Nei giorni scorsi il TAR aveva bocciato una circolare del Ministero che imponeva ai medici italiani di curare il Covid con tachipirina e vigile attesa. Tre giorni fa scrivevo su Twitter questo: “Prevedo che il Ministero della Salute farà ricorso contro il TAR che ha bocciato il protocollo Tachipirina e vigila attesa. Troveranno qualcuno che ribalterà tutto”. Il primo provvedimento che fa Franco Frattini alla presidenza del Consiglio di Stato è la sospensione di questa sentenza del Tar. In realtà da una parte salva il Ministero ma contemporaneamente consente ai medici il diritto dovere di scegliere la terapia migliore”
“Il consiglio di stato è il giudice di appello del Tar. Si può ricorrere in appello al Consiglio di Stato che è l’organo ultimo e definitivo. La sua decisione è inappellabile. Quando c’è un provvedimento che deve essere impugnato di urgenza può essere impugnato direttamente dal Presidente, che si può pronunciare. Questa è una decisione che vale pochi giorni. È una decisione ponte. Adesso è stata convocata un’udienza. La decisione del Tar non è annullata ma solo sospesa, ora vi sarà la decisione in sede collegiale. Il presidente dice che quella circolare del Ministero era una raccomandazione, ma la circolare è un provvedimento amministrativo con cui si prescrive ad un contesto di comparto del settore sanitario. Io ritengo che lì si possa parlare di prescrizione perché era diventata una prassi, le persone avevano capito che avrebbero dovuto agire in quel modo: non cosa si può fare ma cosa si deve fare”
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