Tre prove inconfutabili inchiodano il Governo sulle cure: credete ancora che sia tutto un errore?

Oggi cerchiamo di smascherare la malafede del Governo nella gestione delle cure alternative al vaccino e lo facciamo attraverso l’analisi di tre fatti principali.
Il primo è quello che vede il Tar del Lazio annullare la circolare del Ministero della Salute sulla gestione domiciliare dei malati Covid – quella che favoriva il modello Tachipirina e vigile attesa – parlando chiaramente di una scelta che avrebbe impedito ai medici di agire secondo scienza e coscienza, inibendo il pieno svolgimento dell’attività medica con valutazioni accurate e soggettive per ogni singolo paziente.
Domanda: non era ovvio per voi che una raccomandazione del genere da parte dell’Aifa, poi mutuata dal nostro Ministero della Salute, rappresentasse un ostacolo alla normale attività dei medici? Certo che era ovvio.
A proposito, il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar del Lazio contro la vigile attesa e lo ha fatto in modo monocratico: ha deciso cioè soltanto una persona; nello specifico il neopresidente Franco Frattini. Ovviamente la sua decisione è stata presa su chiaro mandato politico, il 3 febbraio ci sarà invece la decisione collegiale.

Analizziamo ora il secondo punto che dimostrerebbe una perversa propensione del Governo ad ostacolare le cure favorendo unicamente il vaccino come arma per curare il Covid.
Persino la famosa virologa Maria Rita Gismondo ha dovuto ammettere pubblicamente che la burocrazia italiana pare fatta apposta per annullare l’efficacia delle terapie con i monoclonali e le terapie con gli antivirali. Una terapia, quella con i monoclonali, che ha una tempistica di intervento entro le prime 48 ore dall’inizio dei sintomi e che è assolutamente determinante per la sua efficacia.
Eppure questa terapia viene portata avanti seguendo un protocollo burocratico che fa perdere giorni preziosi, in pratica il medico di base non può far eseguire direttamente questa terapia. La prescrive, poi deve avvertire la ASL, la ASL deve quindi eseguire un’autorizzazione e infine occorre andare in ospedale perché la pratica passa alla farmacia ospedaliera. In questo modo ovviamente la terapia viene usata dal paziente quando ha perso gran parte della sua efficacia terapeutica.
Vi ripropongo la domanda: voi pensate che tutto questo possa essere realmente frutto di errori?

Ma andiamo avanti, l’altro giorno ci hanno detto che sono morte circa 400 persone di Covid, e siccome ci raccontano sempre che muoiono a maggioranza i non vaccinati che finiscono nelle terapie intensive, io sono andato ad incrociare i dati col numero di posti letto che si erano liberati nelle terapie intensive ancora non occupate dai nuovi ricoveri. Il dato è abbastanza allarmante: su 400 morti in un giorno, in quello stesso giorno si erano liberati poco più di 30 posti.
La domanda che quindi mi pongo è: dove sono morte le altre 370 persone? Perché questi pazienti non transitano nelle rianimazioni e nelle terapie intensive? Anche qui andrebbe data una risposta.

Ultimo elemento che dimostra la malafede del governo è una notizia arrivata proprio oggi: i nostri governanti starebbero valutando di prorogare la scadenza del green pass per chi fa la terza dose. Questa scadenza quindi non si baserà più su una valutazione scientifica in base alla durata dell’efficacia del vaccino, ma verrà decisa arbitrariamente dal Governo, dunque è la prima volta nella storia dell’umanità che un governo si sostituisce alla scienza nel valutare la durata di un farmaco.

Ecco la dimostrazione che gli scettici del vaccino non sempre – anzi, quasi mai – sono persone che non credono alla scienza, ma al contrario, sono evidentemente persone che alla scienza ci credono a tal punto da non accettare che essa abbia completamente abdicato alla politica.

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