Il Presidente della Repubblica sarà (di nuovo) deciso dall’alto: ecco la exit strategy dei partiti

Questa volta io voglio fare il fact checker della conferenza stampa di Mario Draghi, una conferenza che ho definito ‘da impostore’ e magari questa frase mi costasse una denuncia per diffamazione, almeno avrei la possibilità di spiegare al giudice le ragioni delle mie accuse.

Non si è mai visto nella storia un Presidente del Consiglio che fa un discorso pubblico finalizzato a mettere i cittadini gli uni contro gli altri. Non si vedeva una cosa del genere fin dai tempi della divisione dei cittadini ariani e non ariani. Ad affermare infatti che la colpa delle restrizioni e del proseguimento dell’emergenza sanitaria sia di una parte minoritaria della popolazione, definita genericamente ‘no vax’ è quanto di più meschino un Presidente del Consiglio abbia mai fatto a mio avviso o, perlomeno, a quella che oggi, a torto, viene definita una democrazia.

E’ sotto gli occhi di tutti che si sta utilizzando la dottrina dello shock, quella tanto cara ai neoliberisti come Mario Draghi. La teoria che prevede di approfittare dell’emergenza sanitaria per portare avanti punti di un’agenda precisa. Un’agenda che i popoli, in condizione di normalità non accetterebbero mai. Sono costretti invece a distorsioni della democrazia e a compressione delle proprie libertà, eppure lo stanno facendo in un momento in cui il resto d’Europa pare voglia rallentare le restrizioni grazie alla nuova variante, più contagiosa ma, di gran lunga, meno pericolosa.

Il problema è che questo non può essere fatto in Italia. In Italia, in questo momento, devono eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, stabilire chi guiderà il prossimo Governo. Devono quindi realizzare un nuovo inciucio tra finta destra e finta sinistra e nulla potrebbe mascherare quell’inciucio se non facendo appello alla stessa strategia che hanno adottato per creare questo stesso Governo. Proveranno quindi a inasprire l’emergenza sanitaria, le restrizioni per giustificare il fatto che venga chiesto a Mattarella il sacrificio di accettare un nuovo mandato temporaneo al nuovo Presidente della Repubblica, almeno fino a quando non avranno sistemato tutto con le elezioni del prossimo anno. O per giustificare gli accordi tra finta destra e finta sinistra, sul nome del successore di Mattarella. Un nome che, ancora una volta, sarà imposto dall’alto e i partiti potranno nascondersi dietro alla necessità di unità nazionale tra partiti, in nome della perdurante emergenza che, attualmente, è solo democratica e costituzionale.

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