La campagna vaccinale più massiccia di sempre rischia prima o poi di mostrare l’altra faccia della medaglia. I benefici esasperati da politica e media anche oltre la loro reale entità potrebbero lasciare il posto ai rischi, in parte ancora sconosciuti. La natura sperimentale delle sostanze anti Covid non consente di avere tante certezze su cosa accadrà nel lungo periodo a tutti i vaccinati, come il corpo umano risponderà in futuro ai prodotti iniettati in questo primo anno.
Le preoccupazioni di chi fa vera ricerca si sono concentrate in modo particolare su un fenomeno: l’anergia, ovvero una sorta di paralisi del sistema immunitario. Il pericolo per il nostro organismo è l’incapacità di rispondere a infezioni o di reagire al contatto di una sostanza inoculata e dotata di potere antigene. Di certo, la somministrazione con cadenza trimestrale, quadrimestrale o semestrale dei sieri non aiuta a prevenire da questo pericoloso congelamento delle nostre difese.
“I dati non sono per niente rassicuranti” commenta il professor Giovanni Frajese. L’endocrinologo ha citato in diretta uno studio danese fatto sull’interezza delle persone che “mostra un’inversione della protezione” fino a diventare negativa. Ciò significa che l’anergia “sta iniziando a manifestarsi”. Il rischio è stato sottolineato anche dallo psichiatra Alessandro Meluzzi: “Il problema non è il Covid, non è la debolezza di fronte al Covid che tutto sommato è un’influenza. Il problema è l’anergia immunologia nei confronti di tutte le malattie che ci portiamo dentro”.
Ecco la spiegazione in diretta a Un Giorno Speciale, con Fabio Duranti e Francesco Vergovich.
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