Cabras lancia l’allarme alla Camera ▷ “Democrazia sotto ricatto: misure di gravità inaudita”

L’obbligo vaccinale continua a tenere banco. Nonostante i dati sulla pandemia suggeriscano un rallentamento e una inversione del contagio, il governo Draghi mantiene il punto sulle misure restrittive. Ora anche alla Camera, come i lavoratori del settore privato, saranno soggetti al green pass rafforzato.

La conferenza dei capigruppo della Camera ha dato infatti il via libera alla proposta del presidente Roberto Fico di estendere anche a Montecitorio l’obbligo di green pass rafforzato. La decisione, secondo Pino Cabras, rappresenta un grave vulnus democratico e un pericolo anche per l’eventuale estensione all’elettorato attivo, gli stessi elettori.

Per il deputato di Alternativa c’è la nuova misura è di una gravità inaudita poiché estende una norma già iniqua anche nel cuore della vita democratica italiana, il Parlamento.

L’intervento di Pino Cabras alla Camera

“Signor Presidente, c’è una notizia che ci è giunta ieri, che sembra la solita notizia di una decisione della Conferenza dei presidenti dei gruppi della Camera, ma che ha delle implicazioni sui lavori dell’Assemblea e sui rapporti fra poteri dello Stato, fra il potere legislativo e il potere esecutivo, e che quindi merita una discussione più ampia alla Camera, che non sia semplicemente la discussione di organi che fanno da “ripetitori” delle decisioni del Governo.

La questione riguarda l’estensione di alcune regole, che sono state applicate in modo sbagliato da parte del Governo ai lavoratori di tutta Italia, che in questo momento stanno subendo una tragedia personale, per dover decidere – sul proprio corpo – sotto il ricatto del Governo, che impone decisioni a loro non gradite, in un momento in cui la pandemia sta scemando per ragioni naturali e senza che altri Paesi in tutto il mondo abbiano mai preso decisioni di questo tipo a carico del lavoro e, tantomeno, a carico del Parlamento. In questo momento, per la prima volta nella storia del parlamentarismo in Europa, una decisione del Governo su materie sanitarie presa in modo improprio e molto controverso, ricade sulla possibilità di molti parlamentari di esercitare la loro funzione di rappresentanza e questo pone un problema molto grave alla democrazia.

È un vulnus particolarmente grave e preoccupante e pone anche dei problemi in prospettiva perché, nel momento in cui si lede un potere che vota, il potere del Parlamento, un domani questa decisione potrà essere estesa a un potere che vota più ampio, quale quello degli elettori. Non vorremmo che questo fosse il prodromo di una decisione che poi va a investire il corpo dell’elettorato; si stanno prendendo delle decisioni di una gravità inaudita con un’ottusità burocratica, che non ha senso soprattutto alla luce dei fatti che in questo momento tutti abbiamo occasione di conoscere.

Nel momento in cui la pandemia ha uno sviluppo e una curva epidemiologica uguale, praticamente coincidente, in Spagna e in Italia, e un Paese richiede il green pass e l’altro no, significa che il green pass non ha avuto nessuna influenza, checché ne dica un autorevole esponente del Governo, sullo sviluppo della pandemia. Quindi, è assolutamente preoccupante che vengano prese decisioni di questo tipo, che il Parlamento veda propri rappresentanti esclusi dalla possibilità di partecipare nella sede in cui saranno prese decisioni importantissime nel corso di questo ultimo anno di legislatura. La Conferenza dei presidenti di gruppo si è presa una responsabilità molto grave e i Questori farebbero bene a rimettere al Parlamento, con una discussione aperta, una questione che non può essere trattata con questa leggerezza e con questa gravità.

Considerate inoltre che molti Parlamenti autorevoli, ad esempio l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e il Parlamento europeo, hanno previsto la possibilità di votare a distanza. Qui si sta ragionando ancora con la logica dei trasporti con le carrozze a cavalli e non si fanno invece delle discussioni su forme che garantiscano a tutti la possibilità di votare. È un ritardo che pesa e che non può essere limitato, lo ripeto, a quelli che fanno da ripetitore delle decisioni dell’Esecutivo. Il Parlamento non è nato per fare da ripetitore delle decisioni dell’Esecutivo, è nato anche per contrastarle, ove necessario. Questo è un problema che pongo a tutti e chiedo, con la massima energia, a nome di Alternativa, che ci sia una discussione parlamentare prima che si prendano decisioni così gravi”