La verità sul confronto tra contagi e vaccinazioni spiegata dai dati di Italia e Svezia

Nella rubrica che sto curando sul mio sito francescoamodeo.it ho messo nuovamente a paragone (con grafici e dati ufficiali) la situazione tra Italia e Svezia quindi, rispettivamente, il paese che ha adottato più restrizioni ed il paese che ne ha adottato di meno.

Il primo grafico che ho pubblicato mostra che, nonostante l’Italia abbia vaccinato di più, ma soprattutto nonostante il fatto che l’Italia abbia praticamente chiuso il paese mentre la Svezia teneva tutto aperto, la curva dei nuovi contagi per milioni di abitanti è stata sempre molto simile. Anzi, complessivamente la Svezia ha registrato giusto qualche inflessione maggiore sul numero dei contagi.

Cosa accade se analizziamo realmente i numeri che contano (Ossia quelli dei pazienti Covid finiti nelle terapie intensive o deceduti)?
Bene, in questo caso il grafico ufficiale che riguarda i pazienti finiti in terapia intensiva per milioni di abitanti mostra che la curva è stata per tutto il periodo più alta in Italia che in Svezia. Stessa cosa accade se analizziamo i numeri dei morti per Covid per milione di abitanti. Ci accorgiamo che in Italia ci sono stati molti più morti che in Svezia, nonostante l’Italia abbia vaccinato di più e la Svezia abbia avuto molto meno restrizioni che in Italia e quindi ha sempre avuto anche un maggior numero di contagiati.

Ora, cosa potrebbe spiegare questo fenomeno? A mio avviso tre potrebbero essere le possibili cause o è ancora più plausibile pensare che sia una combinazione delle tre. La prima combinazione potrebbe essere dovuta al fatto che l’Italia ha ostacolato cure che potevano essere determinanti per evitare ricoveri e morti di pazienti Covid. Sappiamo, per esempio, che la burocrazia italiana ha praticamente annullato l’efficacia di cure come quelle con gli antivirali o con i monoclonali, in quanto si tratta di cure efficaci nelle prime 48 ore. Mentre l’iter burocratico richiesto ai pazienti qui in Italia fa perdere del tempo prezioso. Sappiamo bene come funziona: il medico di base deve prescrivere queste cure, poi ci vuole un’autorizzazione da parte delle Asl, in seguito bisogna rivolgersi alla farmacia ospedaliera e tutto questo fa perdere giorni importanti per far sì che la cura sia efficace. Come se non bastasse, in Italia la formula ‘Tachipirina e vigile attesa’ ripresa dal Ministero della Salute ha spinto i medici a non agire con tempestività, come certificato dal TAR del Lazio.

Il secondo motivo potrebbe essere riconducibile al fatto che in Italia abbiano usato un modo ingannevole di classificare i ricoverati in ospedale e i morti. Classificando quindi come Covid anche i pazienti asintomatici ricoverati o morti per altre ragioni. Questo per poter strumentalizzare a livello politico l’emergenza sanitaria, facendo leva sulla paura della popolazione, la cosiddetta ‘shock doctrine’.

L’altra causa potrebbe essere dovuta al fatto che meno restrizioni e meno vaccinazioni favoriscono più immunità naturale tra la popolazione e che l’immunità naturale causi meno decorsi gravi. Una cosa è certa in tutto questo contesto ed è il ruolo assolutamente secondario avuto dalle vaccinazioni.

La Matrix Europea – La verità dietro i giochi di potere con Francesco Amodeo