Tutto quello che stiamo subendo oggi è stato ampiamente pianificato. Gli uomini che traghetteranno il paese verso le totali cessioni di sovranità sono stati allevati in seno alle più grandi organizzazioni della finanza speculativa. Lo scrive perfino Repubblica: “Il sogno – anche Repubblica lo chiama così – dei grandi oligarchi”. Il sogno dei grandi oligarchi è stracciare le costituzioni: “Basta con il bilanciamento dei poteri”, scrivono. Repubblica riprende un report della banca Goldman Sachs che dice: “Il sogno dei finanzieri è: basta con il bilanciamento dei poteri. Basta con queste costituzioni contaminate dalle idee socialiste”, quindi troppo sbilanciate a favore dei popoli. Questo è uno dei sogni di Golman Sachs. Cosa strana però, questa banca che ha queste idee tanto strane dal nostro punto di vista, perché per loro mi rendo conto che le costituzioni, per i grandi proprietari bancari, sono un intralcio, quindi le vorrebbero stracciare.
Queste cose le dice la Goldman Sachs, le riporta anche Repubblica, ma non è niente per nessuno. Ma, quando dalla Goldman Sachs, arrivano tre uomini che hanno fatto parte di questa banca quali Mario Monti, Mario Draghi e Romano Prodi, cominciamo a preoccuparci.
Se questa banca dice che bisogna stracciare le costituzioni, e poi ci mette al Governo un uomo come Monti che la Costituzione durante il suo mandato la va a modificare per inserire qualcosa come il pareggio del bilancio (che, di fatto, quella Costituzione la straccia), ci rendiamo conto che non è stato un errore politico ma è stato qualcosa di scientemente organizzato.
Sia chiaro, di politici italiani della Goldman Sachs non è che ne abbiamo avuti diecimila, dunque non si può dire quindi che secondo la legge dei grandi numeri, su diecimila ci sono anche tre Presidenti del Consiglio. I tre uomini che hanno collaborato con la Goldman Sachs, la banca d’affari che dovrebbe prendere il potere sui governi, diventano presidenti del consiglio. Due su tre non eletti. I due su tre che sono arrivati strumentalizzando la Shock Economy, approfittando cioè dello stato di shock del paese. Nel 2011 era uno shock politico, economico. Il virus infettava i mercati. Si chiamava lo spread. L’indice che facevano vedere in tv era l’indice del differenziale di rendimento dei Titoli di Stato. Nel 2021 riusciranno nuovamente a imporre il proprio ruolo, il virus si chiama Coronavirus, e non infetta i mercati ma le persone e l’indice – più macabro – è quello dei morti per questo virus. La Goldman Sachs e i proprietari bancari ad essa collegati usano un altro sistema: quello che si definisce “delle porte girevoli”. Cioè persone che entrano in un’organizzazione (che dovrebbe controllarne un’altra) poi escono e si ritrovano a passare dal controllore al controllato.
Per esempio, il Presidente della Commissione Europea, Barroso, che avrebbe dovuto vigilare sulla Goldman Sachs (la quale ha provocato la crisi del debito in Europa) non ha controllato la Goldman Sachs, lasciandogli fare quello che doveva fare in tutta Europa, soprattutto in Grecia e in Italia, e guarda caso poi il Presidente della Commissione Europea che doveva vigilare sulla Goldman Sachs – e non lo ha fatto – diventa il Presidente della stessa. A fine mandato.
Milano Finanza scrive: “A novembre 2011 è stata la Goldman Sachs a rischiare la vendita dei BTP, che ha fatto salire lo spread e ha fatto cadere democraticamente l’eletto”. Questa stessa Goldman Sachs che ha causato la crisi, cosa fa? Manda un proprio uomo alla presidenza del consiglio. Chiamasi sistema delle porte girevoli: escono da una parte e rientrano dall’altra. Queste non possono essere coincidenze nella maniera più assoluta.
Qual è la filosofia di questi uomini? L’idea di queste oligarchie, e lo scrivevano su Repubblica nel 1992, con una foto di Mario Draghi. Qual era la sua idea? Bisogna colpire salari e pensioni. Nell’articolo si legge che “Bisogna far pagare la sanità e l’istruzione, c’è bisogno di rigore”: istruzione a pagamento, sanità a pagamento, bisogna privatizzare e ridurre il numero dei dipendenti pubblici. Nasceva la regola “lacrime e sangue” dell’austerity. Chi l’ha lanciata ufficialmente nel 1992? Mario Draghi, che ci ritroviamo oggi al Governo.
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