Analisi approfondite sul materiale umano in casa Roma. La maggioranza della tifoseria giallorossa sembra restare dalla parte dello Special One José Mourinho. A piombare sul banco degli imputati sono i calciatori. Dai giovani inesperti alle chiocce più stagionate, nessuno è esente da condanne e feroci critiche dei sostenitori.
Scarso impegno ma, soprattutto, scarsa qualità tecnica. Questa sarebbe l’accusa, sportivamente parlando, che viene mossa dalla calda piazza capitolina nei confronti della rosa giallorossa. Il mister però non si tocca. Il totem, dal nome di grido scelto in estate dai Friedkin per la nuova era romanista, non può e non deve essere messo in discussione per nessun motivo al mondo.
“Voglio sapere perché, giocando faccia a faccia con l’Inter, nei primi dieci minuti vi siete cagati sotto! E poi voglio sapere perché anche contro il Milan vi siete cagati sotto 10 minuti! Tutti, nessuno escluso“. Così il lusitano etichettava i propri calciatori nelle mura degli spogliatoi al termine di una prestazione negativa. Senza dimenticare le esternazioni pubbliche rilasciate dopo la batosta europea contro il Bodo Glimt. Questo il contesto attuale dalle parti di Trigoria.
La classifica certamente non aiuta. Ottava posizione con 41 punti all’attivo, zona coppe di rilievo distante e ambiente ormai rassegnato all’ennesima annata caratterizzata da un anonimato senza ulteriori speranze.
La situazione giallorossa commentata dagli opinionisti
Roberto Pruzzo
Io sono sempre rimasto dell’idea che la responsabilità è divisa per il 70% tra i calciatori e per il 30% degli allenatori. Prima dell’arrivo di Mourinho la Roma non ha fatto grandissimi risultati. Certo, con l’arrivo di un personaggio del genere induceva a pensare che le cose potessero almeno migliorare. Questo non è ancora avvenuto e non so neanche se avverrà nell’arco di questa stagione. Io ho giocato a Genova e poi a Roma, i tifosi venivano a cercare sempre noi per primi e poi eventualmente l’allenatore. Nel caso specifico mi sembra che lui sposti ulteriormente la situazione. In tal senso credo che i giocatori abbiano un discreto alibi.
Alessandro Vocalelli
La diagnosi sulla Roma è abbastanza semplice. A me quella giallorossa sembra una squadra dal valore non molto alto guidata dall’allenatore meno adatto per allenare una squadra di valori medio-bassi. Quindi si combinano due aspetti fortemente negativi che portano a tali conseguenze. Mourinho sarebbe certamente un valore aggiunto se fosse chiamato ad allenare 20 campioni.
Franco Melli
A mio parere non è facile spiegare il perché tutto ciò stia accadendo alla Roma. L’impressione è che il rendimento dei giocatori giallorossi sia decisamente peggiorato rispetto allo scorso anno. Come se, in sostanza, ci fosse una scollatura tra chi li guida e loro che ricevono gli ordini.
Furio Focolari
Mourinho è un grande allenatore, non c’è dubbio in assoluto. Però c’è qualcosa che adesso non funziona. Dovremmo essere più psicologi che opinionisti di sport per capire certe cose. Non possiamo pensare che Mourinho sia uno scarso. Perché le cose non vanno? Perché tutti sappiamo che lui ha bisogno di giocatori più bravi per vincere. Ma per fare un po’ meglio di così non c’è bisogno di giocatori più bravi rispetto a quelli attuali. Quelli che hai comunque sono giocatori di un livello medio-alto e non basso. Può darsi che i giocatori soffrano la personalità di un mister così importante? Possibile, ma ripeto che dovremmo rivolgerci ad uno psicologo.