Vi sono molteplici aspetti che apprendiamo con interesse dalla vicenda dei camionisti canadesi che stanno protestando ormai da settimane contro il leviatano tecnosanitario, contro il regime terapeutico e contro il golpe globale che sta rimodellando il nostro modo di abitare il mondo e di governare le cose e le persone.
Come abbiamo già evidenziato in altro contesto, le proteste del Canada ci segnalano che il potere si arresta solo ove incontra resistenza da parte della società civile. La vicenda del Canada, anche questo è il fabula docet, ci insegna oltretutto che occorre rivendicare pienamente i propri diritti e le proprie libertà, dacché essi sono indisponibili, vuoi anche al cospetto del virus. Anzi, forse si può ipotizzare che il potere utilizzi ad hoc in molti casi le emergenze, vuoi anche quella sanitaria, proprio per giustificare una altrimenti ingiustificata e ingiustificabile riorganizzazione autoritaria del modo della produzione e del modo di governare le vite delle persone.
In Canada oltretutto, anche questo è un tema sul quale bisogna soffermarsi, hanno apertamente ammesso da parte del potere la possibilità di congelare i conti bancari dei ribelli. Troppo poco invero se ne è discusso; troppo poca è stata l’attenzione dedicata a questo snodo decisivo della vicenda. Diciamolo apertamente: questa potrebbe essere – e ragionevolmente sarà – la nuova frontiera della lotta contro ogni forma di antagonismo e di indocilità ragionata rivolti contro l’ordine ogni giorno più asimmetrico e iniquo del rapporto di forza capitalistico su scala planetaria. Ebbene sì, in Canada il potere, che fa riferimento all’arcobalenico e fuggiasco Trudeau, ha ammesso apertamente la possibilità di congelare i conti bancari dei ribelli. Ciò avverrebbe, badate, con un clic, proprio come avviene coi profili Facebook o i canali YouTube: anche questo fa parte del grande Reset del turbocapitalismo planetario sans frontière, anche questo è parte integrante di un modo di riorganizzare le vite delle persone in chiave autoritaria, giustificando ciò con la narrazione dell’emergenza infinita.
Ed è anche in questa chiave che si spiega, tra l’altro, perché il potere insista con tanta enfasi già da tempo nella sua lotta quotidiana contro il denaro contante. Ora dovrebbe essere più chiaro: noi lo sostenemmo già nel 2018 nel nostro libro “Storia e Coscienza del Precariato”, il capitalismo vincente, la plutocrazia neoliberale, il blocco oligarchico dominante, mirano ad abbattere ogni residuo denaro contante dacché esso è una forma di libertà rispetto al controllo panottico del sistema bancario e rispetto alle operazioni truffaldine che molto spesso il turbocapitalismo finanziario opera su scala planetaria.
In sostanza, il denaro resta una funzione non ancora totalmente integrata nel sistema dominante. Un giorno in cui non vi fosse più che denaro virtuale depositato nelle banche, allora il potere potrebbe avvenire e darsi in maniera totale e totalitaria nella forma, vuoi di un controllo totale della vita dei cittadini, vuoi – ed è questo il caso emblematico circa il Canada – mediante un congelamento dei conti di tutti i soggetti variamente anticonformisti e variamente non allineati.
Insomma, proprio come ora bloccano i profili Facebook con un clic, un domani potrebbero bloccare con un clic i conti bancari dei dissidenti, e in tal guisa neutralizzarli immediatamente.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro