Se non fosse da pelle d’oca, ci sarebbe da fare i complimenti per la trama horror che continuiamo a vivere da un paio di anni. Prendendo in considerazione soltanto il punto di vista giuridico, attualmente l’Italia vive in una condizione più unica che rara: il doppio stato di emergenza legato a due problematiche che all’apparenza non avrebbero motivo di essere messe sullo stesso piano. Per una fase critica che se ne va, quella legata all’impianto normativo costruito per far fronte al Covid, ce n’è uno appena subentrato. Pochi giorni fa il Governo ha approvato un decreto legge che dichiara una nuova cornice emergenziale fino al 31 dicembre 2022. Da una nota pubblicata da Palazzo Chigi si apprendono le motivazioni, naturalmente risapute, per “l’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”.
Intanto, per l’intero arco di marzo il Paese verserà ufficialmente in due crisi. La prima andrà a scadenza alla fine del mese e stando a quanto annunciato dal Premier Mario Draghi non sarà più prorogata. Sospiro di sollievo? Mica tanto. Dalla paura dell’infezione si è passati in fretta e furia alla preoccupazione dell’esplosione, al conflitto in Ucraina che in maniera criticabile sta esponendo l’Italia forse più del dovuto.
I venti di guerra soffiano sempre sul sottile strato di terrore che continua a regolare le vite degli italiani. Lo hanno fatto notare in diretta lo psichiatra Alessandro Meluzzi e l’endocrinologo Giovanni Frajese.
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