Parliamo della situazione critica dell’Italia in questa guerra. Già il nostro paese, la nostra economia e i lavoratori italiani hanno subito un contraccolpo enorme relativamente alla gestione politica della pandemia, abbiamo visto le bollette triplicate, i licenziamenti e le delocalizzazioni.
Adesso ci arriverà il disastro economico della guerra, se non addirittura il coinvolgimento pieno nel conflitto, vediamo una classe politica e un governo totalmente sdraiati su un’idea di leggerezza della guerra che invece è pesante sia per le persone che muoiono ma anche per i risultati economici che coinvolgono le popolazioni, che coinvolgono i popoli.
Quello che accadrà nel nostro Paese da oggi in poi sarà veramente terribile e non sembra che dal punto di vista del governo e della politica ci sia la percezione di quello che sta accadendo. La piccola e media impresa saranno travolte, oggi è l’unico asse portante della nostra economia, mentre il lavoro dipendente è vittima degli intrighi delle multinazionali. Siamo in una condizione di grande preoccupazione, basterebbe vedere quante sono le imprese che chiudono, che sono sul livello di chiusura, basterebbe qual è l’unica impresa che si sta alzando in borsa: abbiamo visto Leonardo passare al 17% in più.
Questo non compensa, costruendo carri armati, mandando in missili in Ucraina non salviamo l’economia del nostro Paese. Dovremmo essere preoccupati tutti ma non mi sembra che il governo italiano vada in questa direzione. Mi sembra ci sia un sorta di leggerezza nel parlare dalle guerra che è atroce e amara per i popoli coinvolti ma anche per tutto quello che sta attorno: l’economia e la vita quotidiana delle persone.
Mi sembra invece che tutta questa fase venga presa con un’enorme leggerezza che però sconteremo tutti, a partire da coloro che vivono del proprio lavoro.