Spunta il tweet di Luigi Di Maio sull’Ucraina: l’errore che ci può condannare ora alla guerra

Siamo in guerra, questo asserto ripetuto senza posa in questi due anni è diventato tragicamente vero. Non si tratta più di una guerra metaforica contro un patogeno ora uscito curiosamente di scena, proprio come sembrano essere usciti di scena i virologi della cricca mediatica super-star, i quali si sono visti con disappunto catapultati fuori dalla scena mediatica e in questo modo si sono sentiti marginalizzati.

Ora siamo veramente in guerra, di quelle guerre vere che lasciano sul campo morti, feriti e macerie. L’Italia e l’Unione europea stanno cercando a tutti i costi la guerra con la Russia di Putin, dovrebbero perorare le ragioni della pace e invece agiscono in maniera diametralmente opposta.

Abbiamo una volta di più la negazione dell’idea di Europa che dovrebbe essere quella di un dialogo, di un concetto, di un’amicizia, di una relazione fondata sul logos, invece l’Europa segue la via del polemos, la via della guerra negando ancora una volta se stessa. L’Unione europea non è se non la negazione, se non il pervertimento dell’idea di Europa.

Per fermare la guerra l’Unione europea e l’Italia stanno mandando armi sul fronte. Il paradosso è che dicono che vogliono perorare le ragioni della pace e poi lo fanno mandando armi e militari al fronte. Così ha cinguettato Di Maio sul proprio profilo Twitter: “L’Italia non sta entrando in guerra, sta rispondendo ad una richiesta di aiuto per fermare Putin e la sua guerra. Continuiamo a lavorare per la pace e per l’immediato cessate il fuoco imponendo dure sanzioni economiche alla Russia”.

Ma cosa vuol dire rispondere a una richiesta di aiuto mandando armi se non di fatto entrare in guerra, cosa vuol dire fare delle sanzioni economiche dure alla Russia se non propiziare le ragioni della guerra e non della pace, perché l’Italia non ha mantenuto la sua neutralità nel rispetto della costituzione, perché l’Italia e l’Europa stessa stanno facendo di tutto per entrare in guerra, provocando la Russia e asserendo che bisogna fare entrare l’Ucraina nell’Unione europea?

L’Ucraina era a tal punto favorevole all’ingresso nell’Unione europea e nella Nato che fu necessario fare nel 2014 un colpo di stato volto a riorganizzare in senso europeista e atlantista, da Poroshenko al guitto Zelensky, i cui possedimenti milionari in Versilia rivelano quanto sia prodotto in vito come una star hollywoodiana. Ciò è avvenuto nel 2014, giova rammemorarlo non senza l’appoggio di forze dichiaratamente naziste, appoggiate o comunque accettate dall’Unione europea.

La Russia ha sbagliato a dichiarare guerra? Si, come sempre sbaglia chi lo fa. Ma la causa di questa guerra qual è? La causa di questa guerra deve essere ravvisata anzitutto nello scriteriato espansionismo della Nato, nell’imperialismo della civiltà del dollaro. Dagli anni 90′ essi si spingono impunemente verso Oriente con l’obiettivo di atlantizzare gli spazi post-sovietici, pena il non capirla e il non intenderla.

Non si tratta di giustificare la guerra di Putin, ma si tratta di capire da dove venga, quali siano le cause e le condizioni. Non solo Putin è dunque il responsabile di ciò che sta accadendo.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro