Gli americani ci hanno raccontato di non aspettarsi la reazione di Putin ma l’avevano già collaudata

Per la mia inchiesta dal titolo “Perché il conflitto è NATO” ho estrapolato i sette punti utilizzati dagli apparati statunitensi per indurre la reazione di Putin. Ora li riassumo e racconto qualcosa che vi stupirà:

  1. Gli apparati americani finanziano ai confini con la Russia organizzazioni non governative, media e associazioni culturali e della società civile capaci di avere un grande impatto sulla popolazione, soprattutto sui più giovani, fomentando il loro malcontento verso l’influenza russa e spingendoli verso Occidente.
  2. Gli apparati americani finanziano e organizzano proteste di piazza rigorosamente etero-dirette.
  3. Inducono un cambio di Governo, che favorisce l’arrivo di Presidente filo-occidentale, ovviamente si scrive così ma si legge “manovrato dagli Stati Uniti”.
  4. Il nuovo Presidente apre alla Nato e alle altre organizzazioni occidentali.
  5. La Nato risponde valutando positivamente le richieste di adesione, nonostante questo minacci la sicurezza nazionale della Russia.
  6. Vengono ignorati tutti gli appelli della Russia a non violare la sicurezza dei propri confini.
  7. Putin inizia l’azione militare per mettere in sicurezza i propri interessi nella regione interessata.

Bene, se io adesso vi chiedessi: dove sono stati implementati questi sette punti? Il 100% di voi mi risponderebbe ovviamente in Ucraina nel 2014. La risposta è no. Io parlavo della Georgia nel 2003, dove gli apparati americani hanno dato il via al punto uno nel 2003 mentre Putin ha portato a termine il punto sette con l’operazione militare del 2008. La propaganda statunitense è stata poi costruita partendo dall’ultimo punto ossia dall’entrata militare di Putin in Georgia, ignorando completamente i sette punti precedenti che avevano indotto quell’azione.

E dato che quel format (a dire proprio dagli apparati americani quindi secondo le loro dichiarazioni) è stato di gran successo, è stato poi riproposto in Ucraina nel 2004 e nel 2014, riprendendo tutti e sette i punti che gli statunitensi sapevano già che si sarebbero conclusi con l’azione di Putin e con l’escalation militare del 2022. Un’escalation militare scientemente organizzata dagli apparati americani perché funzionali agli interessi statunitensi, quelli cioè di isolare il nemico storico, interrompere i suoi rapporti con l’Unione Europea, provare un cambio di regime in Russia e soprattutto di sostituirsi alle forniture di gas all’Europa. Gli americani ci hanno quindi raccontato di non aspettarsi la reazione di Putin invece l’avevano scientemente collaudata.

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