Non è possibile che continuiamo a mandare armi in Ucraina senza chiederci a chi vadano queste armi. Nel 2014 in Ucraina c’è stata un rivolta popolare a piazza Maidan. Questa rivolta era nata inizialmente come rivolta del popolo e dei giovani che aspiravano ad un modello di vita occidentale e che quindi si rivoltavano contro il presidente Yanukovich che aveva deciso di stringere accordi con la Russia invece che con l’Unione europea.
Quella rivolta di piazza, nata con buoni propositi, si è trasformata improvvisamente in una rivolta neo-nazista. Quella piazza colorata è diventata improvvisamente una piazza totalmente nera. In quella piazza ci sono stati quasi 70 morti, addirittura cecchini sui tetti degli alberghi difronte e che sparavano sulla folla. Qualche settimana dopo ad Odessa diedero fuoco alla casa dei sindacati dove si erano rifugiati dei cittadini che invece protestavano contro la caduta del governo Yanukovich e contro l’arrivo al governo di un presidente filo-americano.
Questi manifestanti che si erano rifugiati nella casa del sindacato, gli fu dato dato fuoco e morirono oltre 40 persone. Perché accadde questo? Perché nella protesta che servì per destituire il presidente Yanukovich ebbero un ruolo fondamentale i battaglio neonazisti, in particolare il battaglione Azov, Dnipro e tanti altri.
Questi ebbero un ruolo fondamentale e quindi quando si formò il nuovo governo provvisorio pretesero addirittura un ruolo nel nuovo governo. Per aver dato una mano nella rivolta di Euromaidan, dopo pretesero addirittura ruolo nel governo e si arrivò all’assurdo. Si arrivò ad avere dei ministri di un governo, alle porte dell’Unione europea, che avevano quasi le svastiche tatuate sul corpo, provenienti dal partito Svoboda, di chiara ispirazione neonazista.
Il battaglione Azov per il supporto che aveva dato in piazza per restituire il presidente Yanukovich pretese addirittura di essere inglobato nella guardia nazionale ucraina. Un battaglione, quello Azov, che l’Onu e l’Ocse hanno addirittura accusato di crimini di guerra e di omicidi, un battaglione con queste incriminazioni è stato addirittura inquadrato nella guardia nazionale ucraina. Alcuni membri di altri battaglioni arrivarono addirittura al vertice della Polizia perché il nuovo ministro dell’Interno ucraino post-Maidan andava a braccetto con i leader di questi battaglioni.
Oggi si sta ripetendo la stessa scena del 2014. Se noi continuiamo a mandare le armi, queste finiscono nelle mani di questi personaggi. Noi crediamo che vadano nelle mani del povero pensionato ucraino contro i russi? In realtà queste armi giungono a questi battaglioni neo-nazisti. Noi stiamo armando fino ai tempi queste figure in un paese che aspiriamo a far entrare nell’Unione europea. Quando a fine guerra questi battaglioni pretenderanno di avere un riconoscimento per aver combattuto per gli ucraini, cosa accadrà? Li ritroveremo nel nuovo governo, li ritroveremo di nuovo a capo della Polizia? Questo è quello che succederà in Ucraina? Assolutamente si!
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